Guida di stile per affrontare la lunga kermesse di Sanremo dal salotto di casa

Sanremo non è solo un festival, è un rito collettivo, una maratona musicale che ogni febbraio si trasforma in un vortice di emozioni, polemiche e look da prima serata. Cinque serate interminabili, scandite da applausi, meme istantanei e quella strana sensazione di trovarsi incollati alla TV fino a orari che sfidano il concetto stesso di resistenza umana. Ma niente paura: ecco la guida definitiva per affrontare la kermesse come un vero professionista, senza mai perdere lo smalto.

1. Creare il giusto ambiente

Sanremo è una questione di atmosfera. Dimentica la luce fredda del soffitto e punta tutto su un’illuminazione soffusa, magari con qualche candela per ricreare l’effetto platea dell’Ariston (o semplicemente per rendere meno traumatico lo specchio dopo la quarta notte insonne). Un divano ben accessoriato, cuscini strategici e una coperta a portata di mano sono il kit di sopravvivenza essenziale.

2. Dress code: tra comfort e glamour

Non siamo all’Ariston, ma chi ha detto che una maratona sanremese non meriti un look curato? La strategia vincente è il casual-chic: una vestaglia di seta da diva per chi ama il mood da red carpet domestico, o un comodo pigiama di cachemire per chi punta tutto sul comfort senza rinunciare allo stile. Bonus: pantofole gioiello, per non sfigurare nemmeno davanti agli ospiti dell’ultimo minuto.

3. La dispensa del perfetto spettatore

Guardare Sanremo è un’arte che richiede un adeguato sostentamento. L’aperitivo è d’obbligo per il pre-show: olive, taralli e bollicine per un brindisi in attesa dell’apertura del sipario. Per la lunga notte, opta per spuntini strategici: popcorn gourmet, cioccolato fondente per il boost di energia e, perché no, un comfort food d’emergenza per affrontare eventuali cali di ritmo (leggasi: monologhi infiniti e pause pubblicitarie eterne).

4. Il galateo del commento live

Sanremo non si guarda in solitudine, si vive in compagnia – anche solo virtuale. Aprire Twitter o WhatsApp è quasi obbligatorio per il live-tweeting selvaggio e il dibattito su outfit, stonature e classifiche ingiuste. Regola d’oro: mai interrompere il ritornello della canzone in gara (pena l’esilio sociale), ma sentiti libero di esprimere opinioni accese sul look del conduttore.

5. La gestione del sonno

Le nottate sanremesi sono una sfida alla resistenza fisica. Il segreto? La power nap tattica prima della diretta e un caffè ben calibrato tra il secondo e il terzo cantante. Se proprio la stanchezza prende il sopravvento, una diretta social il mattino dopo per recuperare gli highlights più discussi è il piano B perfetto.

6. La playlist post-Sanremo

Terminata la maratona, la sindrome da ritiro è dietro l’angolo. La soluzione? Creare una playlist con i brani in gara per affrontare con dolcezza il distacco. Funziona come una sorta di decompressione musicale, evitando di passare dal pathos sanremese al silenzio assordante del post-festival.

7. Il kit di emergenza per le serate finali

Man mano che il festival avanza, la resistenza fisica cala. Le ultime due serate sono le più impegnative, con una scaletta infinita e colpi di scena garantiti. Assicurati di avere una scorta di snack energizzanti, una playlist di sottofondo per sopportare le attese e, per i più temerari, una strategia di recupero del sonno da attuare nel weekend successivo.

8. La post-produzione sanremese

Una volta spenti i riflettori, inizia il dibattito: il vincitore è meritato? Quale look entrerà negli annali della moda? E, soprattutto, quale frase entrerà nel dizionario delle citazioni cult? La settimana post-Sanremo è un limbo fatto di recap, interviste esclusive e meme che prolungheranno l’effetto festival ancora per giorni.

Sanremo è un’esperienza totalizzante, un lungo viaggio che parte con il “Buonasera” del conduttore e si chiude con una vittoria che farà discutere per mesi. L’importante è affrontarlo con stile, ironia e una buona dose di resistenza. Perché, in fondo, lo sappiamo tutti: anche quest’anno diremo “Mai più”, ma saremo di nuovo lì, puntuali, alla prima nota dell’opening del prossimo festival.

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