Retrospettiva: I dolori del giovane Werther un grande classico da rileggere ad ogni età

I dolori del giovane Werther di Goethe è un classico della letteratura.

Il titolo non lascia spazio a equivoci ed infatti la storia è incentrata sulle sofferenze del protagonista nei confronti dell’amata; gli amanti del genere si diletteranno nel leggerlo. Per quanti, invece, già a leggerne il titolo non vorranno saperne, sarà almeno utile dire che potrebbe valerne la pena sfogliarlo, se non altro per rendersi conto che non sono i soli a vivere certi patimenti e che da che mondo è mondo l’uomo pare non riesca a non infliggersi la pena dell’amore.

L’accento romantico potrebbe apparire esagerato, soprattutto se si esula il romanzo dal contesto storico (è apparso nella Germania della seconda metà del ‘700), eppure uno sguardo su un’epoca nota, ma a noi ormai piuttosto lontana, sarebbe un’altra ragione per leggerlo.

La struttura del romanzo, breve, suddiviso in due libri e in forma epistolare, facilita la lettura, ma il linguaggio utilizzato è tipico di un’epoca cui molti di noi non appartengono più.

Nelle sue epistole il protagonista si rivolge all’amico che si trova in città e gli parla di quanto avviene nella sua vita lì nel villaggio in cui si trova, ovviamente facendo per lo più chiari riferimenti alla giovane che gli ha rapito il cuore e che purtroppo, essendo destinata a un altro uomo, non può ricambiarne i sentimenti.

Il finale è triste e prevedibile e, a dispetto dei tempi in cui ci troviamo, non poi così differente dalla nostra realtà, eppure sarebbe bello pensare che col libero arbitrio ognuno potesse trovare il proprio finale.

Patrizia Pecoraro

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