Recensione “Il mistero di Donald C.”: il dramma dell’uomo moderno

Questa volta nessuna storia vera di un’impresa impossibile compiuta da un uomo comune, poiché “Il mistero di Donald C.” parla del più falso tra i falsi eroi.

Uscito in Italia nell’aprile del 2018, interpretato dal magistrale Colin Firth e diretto da James Marsh, il film narra la storia dell’impresa di un velista dilettante e imprenditore britannico Donald Crowhurst, il quale si iscrisse alla Golden Globe Race nel 1968, una gara che avrebbe premiato il concorrente più veloce nel circumnavigare il mondo da solo e senza soste. Le sue vicende sono raccontate anche nel documentario del 2006 “Deep Water – La folle regata”.

Un ideale troppo grande ma capace di dare un senso alla propria vita, la paura di deludere le aspettative di troppe persone, il peso di un sistema eccessivamente opprimente e corrosivo sulle spalle, la solitudine di un viaggio estremamente lungo e difficoltoso, il potere di una bugia divenuta tanto enorme e deleteria, da spingere a prendere una decisione drastica. Questi sono gli imponenti e toccanti temi trattati nella commovente pellicola, capace di trasportare lo spettatore nella mente di Donald, permettendogli di provare una tale empatia nei suoi confronti da sentire il suo dolore, di vivere con lui la sofferenza, la frustrazione, la disperazione che lo porteranno gradualmente sull’orlo del baratro; merito che va anche all’intensa colonna sonora del musicista irlandese Jóhann Jóhannsson.

L’aspetto profondamente esistenziale che rende la storia di Donald Crowhurst tanto attuale e che il film è capace di far emergere perfettamente, si può ritrovare nell’emblematica frase del protagonista “Non posso né andare avanti, né tornare indietro”, un sunto della situazione in cui versa l’uomo moderno, un Dorian Gray contemporaneo che cerca di perdonare se stesso innumerevoli volte, ma che, troppo umano per riuscire a farlo, cede e si lascia divorare dal mostro del senso di colpa, frutto del suo stesso peccato; un circolo vizioso capace di trasformare agli occhi del mondo un uomo buono e onesto nel più grande bugiardo della storia.

Il mistero di Donald C.” non è solo la storia di un viaggio che esplora i meandri della solitudine dell’animo umano o di un’impresa impossibile, ma è un intenso dramma che ci sbatte dinnanzi agli occhi la marcia ipocrisia e l’enorme e soffocante potere della macchina nascosta che guida la società odierna, plasmando le menti e spingendo l’uomo verso un’unica e tragica direzione; come si evince dal potente discorso finale della moglie di Donald, Clare, interpretata dalla splendida Rachel Weisz.
Tra gli attori che affiancano Colin Firth e Rachel Weisz nella pellicola, vi sono David Thewlis, che interpreta il giornalista Rodney Hallworth, Ken Stott nella parte di Stanley Best e Mark Gatiss in quella di Ronald Hall.

Alice Gaglio

RASSEGNA PANORAMICA
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Studentessa di lettere moderne all’università di Bologna, principalmente appassionata di cinematografia, di musica, di filosofia e arte. Nel tempo libero articolista, impegnata nella scrittura creativa, di testi drammaturgici e in attività scenografiche e registiche.
recensione-il-mistero-di-donald-c-il-dramma-delluomo-moderno“Il mistero di Donald C.” è un potente dramma che narra la folgorante storia vera di un uomo comune divenuto simbolo di una menzogna imperdonabile. Un film che vi farà esplorare angoli della mente umana in un modo a tratti straziante.