Oltre gli stereotipi: essere donna e vivere con l’asperger in una società di etichette

Quando si parla di autismo, le icone pop come Rain Man e Sheldon Cooper di Big Bang Theory spesso offuscano la complessità dell’esperienza autistica. Questa è la storia di Alice, una donna con Asperger, che sfida questi stereotipi ogni giorno.

“Sono stata diagnosticata con Asperger all’età di 25 anni”, racconta Alice. “Per anni ho lottato con l’ansia sociale e la sensazione di non appartenere. La mia esperienza non corrispondeva al cliché dell’autismo che vedevo nei media.”

La ricerca scientifica ha a lungo enfatizzato il funzionamento autistico nei maschi, ignorando la ricchezza delle esperienze femminili nello spettro. Maria, un’altra donna con Asperger, condivide la sua storia:

“Ho dovuto nascondere il mio vero io per adattarmi alla società. Le persone non capivano perché non rientravo nel tipico quadro autistico. Mi sentivo sola e incompresa.”

La sottovalutazione della presenza femminile nell’autismo può essere attribuita a diversi fattori. Le donne nello spettro autistico dimostrano spesso maggiore abilità nel camuffamento e nell’adattamento sociale, rendendo più difficile la diagnosi.

“Sono stata etichettata come ‘strana’ per tutta la vita”, afferma Alice. “Ma non abbastanza ‘autistica’ da ricevere supporto adeguato. Mi sono sentita invisibile.”

La mancanza di consapevolezza e conoscenza del fenotipo femminile dell’autismo tra i professionisti sanitari contribuisce ulteriormente alla sottovalutazione delle donne nello spettro. Gli strumenti di screening e i criteri diagnostici spesso presentano un bias di genere, ignorando le sfumature dell’autismo in rosa.

Queste testimonianze mostrano l’importanza di superare gli stereotipi e riconoscere la diversità dell’autismo, inclusa la sua manifestazione femminile. Solo attraverso una maggiore consapevolezza, educazione e comprensione possiamo creare una società più inclusiva e accogliente per tutte le persone nello spettro autistico, indipendentemente dal genere.

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