Un secolo dopo la sua nascita, Elisabetta II torna a regnare. Stavolta non nei saloni di corte, ma nella King’s Gallery di Buckingham Palace, dove la moda si fa racconto e il guardaroba della Sovrana diventa la trama visiva di un’epoca intera.
Nel cuore della primavera 2026, l’iconica residenza reale apre le porte alla retrospettiva più imponente mai dedicata alla Regina Elisabetta II. Il titolo è già una dichiarazione d’intenti: “Queen Elizabeth II: Fashion and Style”, una mostra-evento che omaggia la Regina più longeva della storia britannica nel suo anno centenario, rileggendo il suo regno attraverso ciò che ha sempre saputo comunicare meglio di chiunque altro: i suoi abiti.
Sono duecento i pezzi selezionati dalla Royal Collection Trust, e metà di essi non sono mai stati esposti al pubblico. Ma non aspettatevi solo il déjà-vu dei look da manuale di storia: accanto al celebre abito nuziale firmato Norman Hartnell del 1947, al sontuoso vestito d’incoronazione del 1953, ci sono bozzetti, tessuti, lettere autografe, persino annotazioni private che rivelano quanto Elisabetta non sia mai stata una semplice regina da vestire. Era lei a scegliere, a suggerire, a dettare la linea, consapevole che ogni colore, ogni taglio, ogni cappellino avrebbe parlato più delle sue parole.
Dal completo diplomatico indossato in Pakistan al celebre cappotto color burro per il Giubileo, ogni capo in mostra racconta un gesto calcolato, una strategia raffinata di comunicazione politica. E se la moda è linguaggio, la Regina ne ha fatto uno strumento di comando. Non per vanità, ma per visione.
La mostra sarà accompagnata dall’uscita dell’omonimo volume ufficiale, firmato da Caroline de Guitaut, curatrice della Royal Collection e voce autorevole nella narrazione estetica della monarchia britannica. Più che un catalogo, è un viaggio affascinante nel cuore visivo del regno elisabettiano, in cui il broccato incontra la diplomazia, e le paillettes riflettono il rigore.
Cosa rimane oggi di Elisabetta II? Un’eredità fatta di dovere, discrezione e dettagli couture. E quella borsetta nera, sempre la stessa, tenuta stretta sul braccio sinistro come uno scettro. Perché alla fine, il potere – quello vero – è saper dettare la moda senza mai dichiararlo.




