Recensione: “Pirati dei Caraibi – La vendetta di Salazar” per Jack Sparrow è tempo di abbandonare la nave?

A pensarci bene, poteva essere tranquillamente ribattezzato: “Pirati dei Caraibi – La maledizione dei figli di…”. Nel corso dello scioglimento di “Pirati dei Caraibi – La vendetta di Salazar” veniamo al corrente che questi è figlio di quello, Coso è il frutto dei lombi di quell’altro e Tizio è imparentato con Caio, ed ecco intessuta in fretta e furia una rete di legami di sangue talmente tirati per i capelli, che: asta la vista “Beautiful”, hai un nuovo rivale.

Nella pellicola, la quinta del filone cinematografico dei pirati dei Caraibi, ritornano ovviamente quel briccone di Jack Sparrow e la sua ciurma di bucanieri, proiettati, come sempre, verso nuove ed ardite avventure, atte ad offrire al pubblico in sala un intrattenimento di primo livello. Purtroppo, dagli abissi dei mar dei Caraibi di buono emergono solamente proprio la verve di Johnny Depp (sebbene, molto spesso, fin troppo caricata) nelle svitate, barcollanti ed etiliche vesti del pluriricercato Capitan Jack Sparrow e le rocambolesche azioni, e disquisizioni che vedono protagonisti quest’ultimo assieme alla masnada di manigoldi da lui capitanata.
La vendetta di Salazar”, in piena operazione nostalgia, si ricollega alla vecchia trilogia (“La maledizione della prima luna”, “La maledizione del forziere fantasma” e “Ai confini del mondo”) del piratesco franchise cercando di strappare qualche emozione in più ai fan della saga; tuttavia, neanche tale espediente (od un’interessante delucidazione del passato) possono evitare che il film coli letteralmente a picco. Giustappunto, l’ossatura narrativa effettivamente crolla dopo circa un’ora e un quarto (su centoventinove minuti lordi di proiezione), incentrata su una storia che procede apaticamente e che aggiunge davvero poco all’economia generale della serie. Brenton Thwaites e Kaya Scodelario, nei panni rispettivamente del coraggioso Henry Turner e della libertina Carina Smith, sono facilmente dimenticabili facendo semplicemente il verso agli iconici Will Turner ed Elisabeth Swann, impersonati in ordine da Orlando Bloom e da Keira Knightley, coprotagonisti accanto al brillante Jack dei primi tre episodi della saga caraibica. Ed una CGI decisamente approssimativa, quanto un Capitano Salazar (Javier Bardem) scritto con pochissima cura fanno in pratica il resto, esplodendo quell’ultima cannonata che affonda definitivamente il vascello delle nostre speranze.
Sembra che ormai l’epopea cinefila dei pirati dei Caraibi si sia arenata una volta per tutte. È tempo di abbandonare la nave. Yohoho, beviamoci su!

Gabriele Manca

RASSEGNA PANORAMICA
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recensione-pirati-dei-caraibi-la-vendetta-di-salazar-per-jack-sparrow-e-tempo-di-abbandonare-la-nave“La vendetta di Salazar”, in piena operazione nostalgia, si ricollega alla vecchia trilogia (“La maledizione della prima luna”, “La maledizione del forziere fantasma” e “Ai confini del mondo”) del piratesco franchise cercando di strappare qualche emozione in più ai fan della saga; tuttavia, neanche tale espediente (od un’interessante delucidazione del passato) possono evitare che il film coli letteralmente a picco. È tempo di abbandonare la nave