«La parola libertà è nell’anagramma del mio cognome. L’ho scoperto da piccola e mi sono convinta di perseguirla e difenderla». Quando si parla con Barbara Alberti, scrittrice, sceneggiatrice ed opinionista maître à penser si nota subito la sua totale assenza di sovrastrutture ed il lusso del pensiero libero puntellato dalla cultura e la saggezza dell’esperienza di una vita vissuta fuori dai ranghi, spesa lottando, in maniera parallela e mai opportunistica, le false convezioni della società moderna. Una voce che in letteratura è diventata una cassa di risonanza per il racconto della storia dei ribelli con romanzi come “Gelosa di Majakovskij” e “Il vangelo secondo maria” solo per citarne alcuni che ci trasportano nell’animo di personaggi irregolari che con il loro vissuto compiono delle rivoluzioni e ci conducono ad una riflessione profonda ed attuale. Oggi l’attenzione della scrittrice si è focalizzata sul tema della passione con un nuovo libro edito da HarperCollins intitolato “Amores” costruito come un compendio che racconta l’amore e molte (se non tutte) le forme in cui si può incarnare. Nelle pagine, irresistibili, del libro si incontrano carrellate sugli uomini di Marilyn Monroe e sulle donne di Gabriele D’Annunzio, scaramucce verbali tra la Regina Elisabetta e Lady Diana, o tra Jacqueline Kennedy e Maria Callas. Ma anche storie d’amore, corteggiamento, fedeltà e infedeltà tra donne e uomini comuni e special in cui realtà e invenzione si rincorrono e si confondono e la fantasia diventa più vera dei fatti come si suppone siano realmente accaduti. Noi di Domanipress abbiamo avuto l’onore di ospitare Barbara Alberti in questa Video Intervista Esclusiva nel Salotto Digitale di Domanipress per parlare con lei di rivoluzioni vere o presunte e di libertà da conquistare oltre ogni falsa retorica.

Il tuo ultimo libro “Amores” passa in rassegna una serie di storie capaci di far riflettere sulla dinamica dei sentimenti. Qual è stato il laboratorio creativo che ti ha portato a questa analisi?

«Laboratorio creativo è una parola davvero troppo impegnativa. Semplicemente volevo raccogliere delle storie d’amore che mi interessavano, sono molto portata per le biografie ne ho scritte diverse nel corso degli anni esplorando le vite degli altri da Lev Tolstoj alla madonna…Mi diverto ad indagare l’animo umano».

Cos’è per te l’amore?

«L’amore è qualcosa che non riusciamo a dominare. Ne scrivono sociologi, psicologi,artisti ma resta un mistero inspiegabile. Nessuno riesce a spiegare come ci si innamora, quali sono le dinamiche che ti portano a dipendere dallo sguardo di un altra persona. Credo che sia l’unico aspetto della vita che davvero non riusciamo a definire».

In tutto questo mare magnum indefinito come si sviluppa la passione?

«Ad un tratto non ti basti più, ti senti trasferito nell’altro. In questo senso la passione è di una potenza infinita e dall’inizio del mondo milioni di letterati e poeti cercano di dargli un nome e di dispiegarlo ma non è possibile poterlo fare. “Ah, che balocco è il cuore,
se cade nelle mani dell’amore!” diceva il poeta londinese John Donne…Ecco noi diventiamo così, un balocco, un giocattolo nelle mani di una grande forza. In quel momento la nostra volontà non conta niente.  Mi piace Erich Fred che diceva “è quel che è dice l’amore”».

Posso farti una domanda scortese?

«Ti prego sii scortese, usciamo dalle censure del linguaggio politicamente corretto che ci stanno rendendo tutti dei cretini…».

Allora te lo chiedo fuori dai denti: hai vissuto diverse primavere, come reputi il rapporto tra il tempo che passa e il sentimento dell’amore, come cambia quando si è oltre la soglia della giovinezza? 

«Con il passare degli anni sono convinta che la forza dell’amore non si modifichi. Mi ricordo di quando bambina caddi innamorata di un ragazzino, mio coetaneo che ancora ricordo, chiamato Franco Cuffi. Mi sentivo inesistente accanto a lui, lo osservavo e mi nascondevo. Con gli anni ho percepito lo stesso sentimento anche se poi cambiano le circostanze e sicuramente quando si è giovani si è più forti per affrontare le dinamiche amorose. Posso dirti di aver visto persone di novant’anni piangere per amore ed erano inermi come degli adolescenti. L’amore rivela il vero “io “di noi stessi, può essere un detonatore di verità capace di rivelarci il pensiero più audace ed è un grande ispiratore nel bene e nel male».

Come ti ha ispirato e cambiato nel corso degli anni?

Sicuramente è stato ispiratore di tanti libri, di tante azioni delle mia vita anche inconsce. Non ho mai ragionato in amore e mi sono sempre fatta guidare senza opporre resistenza, anche perché chi può opporvi resistenza? Resistere ad un amore  per paura di seguire liberamente il proprio cuore ti costa più rinunciarci».

D’altronde l’essere libera è sempre stato un tuo punto di forza…

«Ho scoperto alla scuola elementare che il mio cognome Alberti è l’anagramma di libertà e quando l’ho scoperto ho sperato fosse la guida della mia vita».

La libertà però comporta anche un prezzo da pagare…Ti sei mai pentita delle tue scelte?

«No avrei pagato il contrario, l’essere prigioniera. Ho avuto la fortuna di nascere e vivere in un tempo democratico in cui è possibile esserlo se lo si desidera. Cosa avrei dovuto pagare? A me non interessa ottenere quote di potere…Quella fetta di torta non mi interessa. Se non sei in vendita puoi farlo nessuno ti può offrire il mondo in cambio nell’anima. Ovviamente non è stato sempre così, ci sono stati momenti politici in Italia in cui questo non poteva accadere. Penso alla dittatura fascista, a quei tempi le persone libere hanno davvero pagato un prezzo. Oggi è solo la tua vanita ad obbligarti ad avere degli avari carichi di compromesso…Penso che anche per questo ci si nasce. C’è chi è portato a seguire compromessi e chi no».

Che rapporto hai con la vanità?

«Sono vanitosissima come tutti gli esseri umani ma mi guardo molto dall’esterno, sorrido di me stessa. Cerco di percepire il tempo che passa con leggerezza ed ironia. So bene di non avere più il corpo dei vent’anni ma non me ne preoccupo. Non bisogna prendersi troppo sul serio perchè la vita no fa altro che contraddire la nostra vanità. Tutti noi commettiamo degli errori  e specialmente in una società come la nostra basata sul raggiungimento dell’obiettivo è facile essere infelici di se stessi».

La tua libertà passa anche dall’essere trasversale. Un’intellettuale che partecipa al Grande Fratello non è particolarmente usuale…

«In molti mi hanno detto “Come hai potuto partecipare ad un reality”? Ma io credo che sia stata invece una delle occasioni più divertenti della mia vita. Non credo che se vado in un posto possa modificare la mia essenza. Se tu hai una personalità non ti scalfisce nemmeno l’inferno e quello è stato un esperimento molto affascinate».

Cosa ti ha insegnato quell’esperienza?

«Ti pagano in maniera amorale rispetto a quello che fai…inoltre credo che sia un gioco anche formativo che ti pone davanti alla tua essenza. Mi sono divertita, partivo da una situazione tremenda ero stata aggredita e il primo giorno per superare quello shock mi sono presentata imbottita di antidepressivi e calmanti…Dopo una sola notte nella casa del Grande Fratello mi sono sentita rinata. Mi entusiasmava l’idea di essere lontana dal mondo senza pc, smartphone dissociata da tutto. Noi tutti viviamo sempre in balia di sollecitazioni, dobbiamo rendere conto di noi ovunque ci troviamo invece durante il reality sei isolato dal mondo. Questo essere liberata dei pensieri quotidiani mi ha guarita più di un anno di analisi. Poi l’idea di riuscire a conoscere nuove persone in quel contesto è stato un modo nuovo di conoscere la storia degli altri…Poi devo dirti: tra tutte le malattie mentali sicuramente lo snobbismo non l’ho mai avuto (ride)».

Uno dei tuoi romanzi più letti “Il vangelo secondo Maria” presagiva questa tua propensione alla libertà da ogni tipo di gabbia di pensiero…

«Da giovane con un educazione ferocemente cattolica che ho ricevuto mi sono chiesta perché la madonna dovesse essere piangente, incapace di scegliere per se stessa. Un esempio irraggiungibile terribile per tutte le donne perché posta nelle condizioni di generare un figlio senza conoscere il piacere e che dopo il divino parto torna vergine. L’ideale della donna doveva essere questo essere devota, madre e vergine. Nella campagna umbra frequentavo una cappella dove c’era un simulacro con una madonna addolorata con tre spade nel cuore. Io mi chiedevo perché dovesse soffrire così tanto, le portavo dei fiori con la speranza di volerla farla sorridere e quando sono diventata grande ho scritto un libro per liberarla».

Cercare di liberare la Madonna dal suo dolore è una dichiarazione d’intenti piuttosto forte…

«Se ci pensi non è un idea così surreale, pensa ad una donna in galilea a tredicianni in un tempo in cui le è proibito leggere, scrivere , studiare e scegliersi uno sposo però può recarsi nella sinagoga a leggere la Bibbia, un libro che parla di ribellione, un’invito alla disobbedienza. I profeti parlano con Dio come si parla tra pari. Pensa all’invocazione di Giobbe che dice :«Ma io all’Onnipotente voglio parlare, con Dio desidero contendere».  Leggendo queste parole Maria capisce che esiste un’ altra strada percorribile è possibile esiste con le proprie idee e imporsi alle regole che la vita vuole porti. Quando dall’Angelo riceve la notizia di essere la prescelta dopo aver ceduto alla vanità di essere stata la donna indicata da Dio capisce che la sua volontà era diversa. Lei voleva andarsene ad Alessadria a studiare nella città dei filosofi. Da questo arrivano degli scontri contro gli Angeli e contro Dio finchè alla fine del libro capisce che Dio è il potere ed il potere non risponde  quindi ritrova dentro il suo corpo lo strumento della disobbedienza e alla fine abortisce».

Si parla molto in questi giorni di diritto all’aborto e della questione femminile… In Italia a che punto siamo?

«Nel nostro paese ci sono molti elogi formali. Gli organi di informazioni continuano con un omaggio continuo che mi fa anche un pò incazzare… Noi donne non vogliamo essere celebrate vogliamo essere tutelate. La strage della violenza sulle donne continua indisturbata senza che venga preso alcun provvedimento. Se una donna si reca dagli enti preposti per una denuncia prima che accada l’omicidio gli viene detto che non è possibile far nulla. Oltre all’apparato giuridico nel lavoro continuano a pagarci di meno e a non aiutare le giovani madri ponendo il fianco alle demagogie della destra che almeno qualche progettino ce l’hanno. Anche le femministe non mi piacciono molto, continuano a farne un discorso di forma invece che di sostanza».

Quali possono essere gli strumenti per una vera rivoluzione al femminile

«La creatività, penso ad un movimento boliviano chiamato Mujeres Creando. Bisogna pretendere qualcosa di concreto e non solo l’omaggio…».

Nel libro amores ci sono molte storie d’amore differenti. Se dovessi sceglierne una sola quale penseresti?

«Tengo molto alla storia di Tolstoj che trovo essere un grande monito a seguire le proprie inclinazioni. Lui moralista è stato innamorato tutta la vita di un uomo  Valentin Bulgakov, il suo segretario, ed ha rovinato la vita a se a sua moglie e ai suoi dieci figli reprimendo se stesso occultando la realtà».

Come ultima domanda parafrasiamo sempre il titolo del nostro magazine e chiediamo come vede il “Domani” Barbara Alberti , quali sono le tue speranze e le tue paure?

«Il mondo sta morendo ma non glie ne frega niente a nessuno. Il Domani è incerto ma credo nella possibilità di trascendenza dell’uomo e spero che i giovani possano darci una lezione e costruendo un futuro migliore. La mia speranza è posta nel coraggio che ha un prezzo che non è mai così caro quanto la vigliaccheria».

Intervista Esclusiva a cura di Simone Intermite

 

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Direttore editoriale del portale Domanipress.it Laureato in lettere, specializzato in filologia moderna con esperienza nel settore del giornalismo radiotelevisivo e web si occupa di eventi culturali e marketing. Iscritto all’albo dei giornalisti dal 2010 lavora nel campo della comunicazione e cura svariate produzioni reportistiche nazionali.