Recensione: THE BOY – Un film che comunica con lo sguardo

Greta Evans è una giovane ragazza che ha accettato di lavorare come tata presso gli Heelshire. Si tratta di una coppia ormai anziana che vuole trascorrere un periodo di vacanza senza il figlio. La casa, come in ogni film dell’horror che si rispetti, si trova nel bel mezzo del nulla, senza vicini e senza rete telefonica. E’ il luogo ideale per lasciarsi il passato alle spalle, che è ciò che la nostra bella protagonista, interpretata da Lauren Cohan, cerca di fare. Vuole fuggire dal suo ex violento, e isolarsi dal resto del mondo le sembra la scelta più logica. Tutto sembra promettere bene per Greta, c’è solo un piccolo problema, il bambino che deve accudire in realtà è un bambolotto di nome Brahms che viene trattato come se fosse un bambino vero. All’inizio pensa sia uno scherzo, ma si accorge subito che non è così. Infatti, ha dei compiti ben precisi da rispettare come svegliarlo alla stessa ora, vestirlo, preparargli la colazione  Le danno anche una serie di regole per la casa come il raccogliere i topi morti nelle trappole. Conoscerà poi, il fattorino Malcom, interpretato da Rupert Evans, che le porterà la spesa e lo stipendio a dir poco sostanzioso quando gli Heelshire andranno via. I due avranno modo di conoscersi meglio e lui la incoraggerà a comportarsi come se la situazione fosse normale e ad attenersi alle regole. Appena, però, rimane da sola in casa comincia a trattare il bambolotto come tale. I giochi di sguardi tra Greta e Brahms creeranno molta suspense tant’è che coprirà la bambola con una coperta per non vedere il suo sguardo inquietante, ma così’ facendo, trasgredirà a una delle regole che gli erano state date. La notte comincerà ad avere degli incubi e capirà che il bambolotto è posseduto da un’entità sinistra. Noi non vedremo mai la bambola spostarsi effettivamente con le sue gambe, ma semplicemente noteremo che si trova in un posto diverso ogni volta. Non mancheranno le riprese soggettive attraverso gli occhi di Brahms che renderanno il tutto più angoscioso. Greta parlerà con Malcom raccontandogli quello che le è accaduto e arriveranno alla conclusione che nella bambola sia rimasto intrappolato lo spirito del figlio degli Heelshire morto a soli 8 anni. Greta comincerà a provare compassione per lui e a trattarlo come un bambino vero. Sarà facile affezionarsi al rapporto tra Greta e Brahms che avranno cura l’uno dell’altra in questo strano modo, ma comunque amorevole.

Nel finale, il regista, William Brent Bell, sconvolge il pubblico con un colpo da maestro e questo rende il film diverso da tutti gli altri del suo genere nonostante faccia crollare tutte le certezze acquisite fino a quel punto, lo spettatore non ne rimane deluso, anzi ne rimane piacevolmente sorpreso.

Non dimentichiamoci che il regista Brent Bell è lo stesso che ha girato film come Stay Alive (2006) o L’altra faccia del diavolo (2012) che hanno come punto in comune l’originalità. La sua caratteristica principale infatti è proprio questa che spesso nasce da un atteggiamento ossessivo da parte dei suoi personaggi. Si tratta più di un thriller che di un horror e non è assolutamente banale, come si potrebbe pensare dal trailer. Probabilmente è per l’impressione che ha dato quest’ultimo che molti non si sono scomodati per andarlo a vedere al cinema.

L’ultima fatica di Brent Bell “The Boy” è un film inaspettato, originale un thriller da scoprire… perfetto soprattutto per chi ha il terrore delle bambole.

Laura Giunchi

RASSEGNA PANORAMICA
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recensione-the-boy-un-film-che-comunica-con-lo-sguardoL'ultima fatica del regista Brent Bell "The Boy" è un film inaspettato, originale un thriller da scoprire con personaggi ben caratterizzati ed una trama ricca di sorprese