Recensione: “L’inizio” il nuovo album di Biagio Antonacci abbraccia il presente senza rimpianti

“L’INIZIO”, il sedicesimo album di studio di Biagio Antonacci, arriva dopo un’attesa di cinque anni da parte dei suoi fan, portando con sé un viaggio musicale attraverso le complessità della vita e delle relazioni umane. Antonacci, autore di testi e musiche, collabora con figure ormai storiche come Michele Canova e Placido Salamone, ma si apre anche a nuove collaborazioni con Simonetta e Zef.

Il titolo dell’album è ispirato all’unico brano non scritto dall’artista stesso, “L’inizio”, donato da Giorgio Poi. Questo atipico gesto rappresenta un cambio di prospettiva per Antonacci, che accoglie le parole di Poi come guida per dare inizio a un nuovo capitolo della sua carriera. L’artista milanese si riflette sul significato del cambiamento, considerandolo un atto di coraggio in una società che spesso associa il mutamento alla mancanza di coerenza.

Il tema del cambiamento permea l’intero album, che raccoglie 15 brani scritti negli ultimi quattro anni. Antonacci si addentra nella complessità del mondo che lo circonda, riflettendo sulle relazioni, sull’egoismo, sull’amore, sulle dipendenze emotive e sulla solitudine nella società moderna. Le canzoni esplorano le contraddizioni insite nel desiderio di cambiamento e la resistenza agli stereotipi e alle abitudini consolidate.

La varietà delle tematiche trattate spazia dalla nostalgia del passato all’ansia del futuro, con un focus particolare sul vivere il presente senza rimpianti. Antonacci si interroga sulla nostra capacità di affrontare la complessità attorno a noi e sulla necessità di cercare la semplicità in un mondo che sembra sempre più connesso ma allo stesso tempo isolato.

Dal punto di vista musicale, l’album si avvale di arrangiamenti diversificati, unendo pianoforte, chitarre acustiche ed elettriche, basso e tastiere. La collaborazione con musicisti esperti come Michele Canova Iorfida e Placido Salamone contribuisce a creare una ricchezza sonora che si adatta alle sfumature emotive dei testi.

In particolare, il brano “A cena con gli dei” affronta la difficoltà di lasciar andare e il ruolo dell’ego personale nelle relazioni. La canzone si avventura nei territori misteriosi e dolorosi della fine di un rapporto, utilizzando l’immaginario degli dei come simbolo dell’ineluttabilità del destino.

Mensione d’onore per il brano “È capitato” esplora il tema dell’abbandono e della dipendenza emotiva, sottolineando la sfida di trasformare la sofferenza in un nuovo inizio. Antonacci riflette sulla differenza tra dimenticare e ricordare, suggerendo che portare con sé il ricordo in modo costruttivo può essere la chiave per affrontare il futuro senza essere legati al passato.

Da segnalare la sperimentale “Anita” dedicata alla consorte di Garibaldi, idea già vissuta da Amedeo Minghi qualche anno fa ma che Biagio riesce a rendere sua con un testo emozionante ed evocativo in un brano che non passa inosservato.

L’INIZIO” rappresenta un capitolo significativo nella carriera di Biagio Antonacci, evidenziando la sua capacità di esplorare le complessità umane attraverso la musica e le parole. L’album offre un viaggio emozionante e riflessivo, invitando l’ascoltatore a esplorare la propria relazione con il cambiamento e la necessità di abbracciare il presente senza rimpianti e anche se nonostante la varietà stilistica, alcune tracce dell’album potrebbero risultare prevedibili nel contesto della discografia di Biagio Antonacci ma la qualità generale dell’album resta indiscutibile, confermando la maestria del cantante nel connettere con il suo pubblico attraverso emozioni autentiche.

Ecco la tracklist di “L’inizio”:
1. L’inizio
2. Delivery
3. A cena con gli dei
4. È capitato
5. Anita
6. Lasciati pensare
7. Tridimensionale
8. Dimmi di lei
9. Telenovela
10. Sognami
11. Bastasse vivere
12. Non diamoci del tu
13. Seria
14. Non voglio svegliarti
15. Evoco

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