Louis Vuitton e Venezia: un binomio perfetto per celebrare l’arte e il design

Che tra la moda internazionale e la cultura italiana ci sia ormai da tempo un amore consolidato è vero oggi più che mai, anche se questa affermazione farà certamente storcere il naso ai più conservatori tra i custodi dei beni culturali nostrani, che purtroppo ne costituisce la maggioranza. In particolare, quello tra la maison Louis Vuitton e la cultura editoriale è un amore di vecchia data, ad oggi ancora tristemente poco noto, che affonda le proprie radici nella passione per i libri dei membri della famiglia fondatrice; basti pensare che la collezione personale di Gaston-Louis Vuitton (1883-1970) constava più di 6.000 volumi, ed è oggi conservata presso gli archivi parigini Vuitton. Un altro storico amore della maison è la città di Venezia, per la cui tutela il brand francese si è prodigato negli anni collaborando con importanti istituzioni locali ai fini di salvaguardare il patrimonio storico-artistico della Serenissima, prima fra tutte la celebre Venetian Heritage Foundation. Non solo, ma Louis Vuitton a Venezia è ormai di casa: dal 2013 la maison ha fatto del capoluogo veneto la sede del proprio Espace, che ospita mostre dedicate ai grandi nomi dell’arte contemporanea.

Non stupisce dunque che la maison abbia deciso di coinvolgere la città di Venezia in una nuova iniziativa culturale itinerante che ha come obiettivo proprio la promozione della cultura editoriale e della letteratura: il progetto Librairie éphémère, la cui prima tappa è stata naturalmente la Rive Gouche di Saint Germain a Parigi, casa dei celebri Bouquinistes. Louis Vuitton, in collaborazione con il Comune di Venezia, ha sovvenzionato, progettato e curato il restauro di una serie di edicole storiche che nel tempo sono state il cuore pulsante dell’informazione della Serenissima, tutte situate in punti nevralgici della città come San Marco, l’Accademia e Campo Santo Stefano. La più antica fra di esse risale al 1854 che, come fosse scritto nelle stelle, fu l’anno in cui venne fondata la maison Louis Vuitton. Queste rinnovate Librairie éphémère veneziane non saranno però un cimelio da osservare a distanza: per un periodo di tempo saranno infatti pienamente funzionanti e venderanno, oltre ai comuni giornali e periodici, la collezione editoriale completa di Louis Vuitton, che si articola in tre tipi di volumi: Travel Books, Fashion Eyes e City Guides. Ad affiancare gli edicolanti ci sarà il personale Louis Vuitton, appositamente formato per informare il cliente sui vari volumi: i Travel Books offrono un’inusuale visione della città, vista attraverso gli occhi e le illustrazioni del maestro gaipponese Jiro Taniguchi. I City Guides contengono invece aneddoti, curiosità e ritratti di personalità di spicco che sono fecero di Venezia la propria dimora.

I Fashion Eyes contengono le suggestive fotografie scattate da Cecile Beaton durante i suoi soggiorni veneziani negli anni ‘50, tra balli in maschera e scorci sulle tradizioni locali. Ma l’impegno di Louis Vuitton per la tutela del patrimonio culturale della Serenissima non si esaurisce con le Librairie éphémère: il brand ha infatti di recente contribuito al restauro della splendida Ca’ d’Oro, uno dei simboli dell’arte e dell’architettura veneziane. Edificato nel XV secolo da Marino Contarini, il celebre edificio tardo-gotico aveva in origine una facciata adornata di marmi policromi e sculture dorate, da cui il nome Ca d’Oro. Il palazzo venne acquistato nel 1894 dal barone Giorgio Franchetti, che si impegnò nel riportarlo agli antichi splendori cercando, acquistando e ricollocando al proprio posto originario le statue dorate, le decorazioni in marmo e le opere d’arte che nel tempo erano state vendute e disperse. Franchetti venne aiutato nell’impresa dall’amico Gabriele D’Annunzio, che nei propri diari ricorda le giornate passate inginocchiato a terra insieme al barone, a risistemare pezzi di marmo e di porfido.

Il palazzo è oggi una tessera fondamentale del mosaico museale di Venezia: donato allo stato italiano nel 1916, ospita non solo la collezione d’arte del barone Franchetti ma anche dipinti e sculture portati in salvo da varie chiese venete andate distrutte durante l’occupazione francese a austriaca.

Fiorenza Sparatore

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Classe 1993, milanese fiera. Laureata a pieni voti in Storia dell'Arte, ora lavora per una celebre maison di moda. A 6 anni ha imparato a scrivere e non ha mai smesso. Le sue passioni sono l'arte, la cultura e la musica heavy metal.