Le microplastiche adesso sono presenti anche nelle nuvole

Le microplastiche, piccole particelle di plastica, non risparmiano neanche le nuvole, come ha rivelato uno studio condotto da scienziati giapponesi guidati dal professor Hiroshi Okochi dell’Università di Waseda. I risultati di questa ricerca, pubblicata sulla rivista scientifica Environmental Chemistry Letters, hanno svelato la presenza di particelle di plastica sulle vette dei monti Fuji e Oyama, con densità variabili tra 6,7 e 13,9 frammenti per litro di vapore acqueo presente nelle nuvole che formano la foschia sulle cime.

Le particelle di plastica individuate appartengono a 9 tipi di polimeri diversi e a una varietà di gomma. Dopo il campionamento sul campo, gli studiosi hanno confermato la presenza di plastica nei campioni raccolti. Questa scoperta ha sollevato serie preoccupazioni, comprese quelle dello stesso Okochi, che ha avvertito dell’inquinamento dell’aria causato dalle microplastiche, sottolineando che potrebbe comportare gravi rischi ambientali e accelerare il cambiamento climatico. Le microplastiche, se raggiungono gli strati superiori dell’atmosfera, possono reagire con i raggi ultravioletti solari e contribuire all’effetto serra quando si disgregano.

L’Università di Waseda ha sottolineato che questa scoperta è solo l’ultima in una serie di importanti ricerche che evidenziano la presenza delle microplastiche in luoghi inaspettati. Queste particelle sono state trovate negli oceani, nei pesci e, conseguentemente, nell’alimentazione degli uccelli marini, causando danni significativi all’intestino di questi animali. Inoltre, tracce di microplastiche sono state individuate anche all’interno del corpo umano, tra cui polmoni, cuore, placenta e sangue, con potenziali conseguenze sulla salute umana, tra cui il rischio di sviluppare malattie come il cancro.

In sostanza, l’accumulo di microplastiche nell’ambiente, inclusi nelle nuvole, rappresenta una minaccia crescente per l’ecosistema e il clima globale. La contaminazione delle nuvole da parte di queste particelle può portare a “piogge di plastica” che influenzano ciò che mangiamo e beviamo, contribuendo a una crisi ambientale sempre più urgente.

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