Da oggi, il Museo delle Culture di Milano ospita l’importante mostra “Kandinskij. Il cavaliere errante. In viaggio verso l’astrazione” sul fondatore dell’astrattismo, del quale viene proposto il percorso artistico-esistenziale e anche storico, se si considera che il 2017 è l’anno in cui ricorre il centenario della Rivoluzione Russa.
La Russia stessa emerge dalle opere dell’artista: una cinquantina di suoi dipinti, disegni e acquerelli. Tutto ciò, accompagnato da ottantacinque da icone, stampe popolari ed esempi di arte decorativa, come tessuti, che per Kandinskij sono state fonte di ispirazione.
Alcune di queste opere giungono per la prima volta in Italia, ma tutte sono prestatie dai maggiori musei russi tra i quali l’Ermitage di San Pietroburgo.
La collocazione della mostra presso il MUDEC non è casuale, essendo questo il “museo delle culture” e privilegiando il rapporto tra arte e antropologia: lo stesso criterio che ha animato e anima le opere di Kandinskij e la sua carriera. In particolare, questo omaggio all’artista nel vicino centocinquantesimo anniversario della sua nascita, esamina il suo percorso artistico-antropologico seguendolo nell’ultimo scorcio dell’Ottocento fino al 1921, anno del suo trasferimento in Germania.
Opere come “Il cavaliere (San Giorgio)”, “Porto di Odessa”, “Mosca. Piazza Rossa” sono quindi offerte al visitatore insieme anche alla fruizione di alcune installazioni multimediali integrate, che uniscono la modernità con l’atmosfera dell’antica Russia immortalata nel particolare immaginario visivo di Kandinskij.
Tiziana Cappellini