Biennale di Venezia: “Memoria e Contemporaneità” per la nuova mostra a cura di Davide Rampello

Un incendio ha colpito una delle più grandi navi porta container del mondo, la Msc “Daniela”, mentre si trovava al largo di Colombo, capitale dello Sri Lanka.

Il cargo trasportava le 52 opere dei 17 artisti cinesi contemporanei, ovvero il nucleo della mostra Memoria e Contemporaneità – Memory and Contemporaneity, Evento Collaterale della 57. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, promossa da The Palace Museum di Pechino, organizzata da Pegasus Media in collaborazione con First Italy Limited, con la cura di Davide Rampello, Gianfranco Maraniello, Wang Yamin, Sun Jianjiun.

Malgrado questo incidente, che impedirà di aprire la mostra con il percorso espositivo pensato originariamente, gli organizzatori hanno comunque deciso di confermare l’inaugurazione giovedì 11 maggio 2017, alle 11.00, e di offrire al pubblico un nuovo progetto allestitivo.

Le parole di Davide Rampello riassumono le motivazioni di questa conferma: “Cosa è dunque successo perché l’evento accada comunque? Nessun miracolo, ma, molto più semplicemente, un’avventura. Quella che i curatori della mostra hanno deciso di intraprendere, raccogliendo la sfida a cui “l’incidente” li ha chiamati con quel calamitoso incendio. Da qui la scelta di proporre ugualmente l’evento intitolato “Memoria e Contemporaneità”, mantenendo così come erano i primi due tempi del percorso espositivo, e trasformando il terzo, che doveva essere dedicato all’esposizione delle opere, in una provocatoria meditazione sulla loro assenza”.

Secondo il disegno originario, il primo tempo, concepito come “prologo”, consiste in una totalizzante immersione, attraverso immagini e installazioni, nei tesori che la Città Proibita irradia da seicento anni a questa parte: dall’inizio del XV secolo, quando l’immensa dimora imperiale veniva eretta a Pechino dalla dinastia Ming, a un’attualità in cui si ritrova tramandata, contaminata e ricreata in molteplici idiomi linguistici, storici, visivi, filosofici.

Nel secondo tempo, che assume le modalità del “dialogo”, questo lascito della cultura cinese diventa risorsa, ereditata da cinque maestri del design italiano, messi nelle condizioni di esperire creatività e ingegno a contatto non solo con temi e linguaggi di quell’arte, ma anche con la materia in cui storicamente si manifesta: legno, seta, ferro, ceramica. Da queste interazioni nascono la sedia di Antonio Citterio, la lampada di Michele De Lucchi, la poltrona di Stefano Giovannoni, la madia di Piero Lissoni, il tavolo di Italo Rota, opere accompagnate dai video che raccontano il backstage delle loro creazioni.

Tutto è pronto per un terzo tempo, annunciato dai diciassette corti girati negli atelier dei 17 artisti cinesi contemporanei – Xu Bing, Gu Wenda, Qiu Zhijie, Feng Lianghong, Song Dong, Sui Jianguo, Li Songsong, Song Ling, Leng Bingchuan, Zhu Bingren, Geng Xue, Peng Wei, Jiang Jian, Li Hongbo, Zhang Qikai, Li Mingwei, Shang Yang –  impegnati a realizzare le proprie creazioni che riflettono sul passato della Cina che diventa memoria artistica, culturale e spirituale. I lavori interpretano la memoria della Cina e la sua storia millenaria.

Sono immagini da cui prende corpo un diffuso senso di imminenza, su cui si posa invece ilcoup de théâtre inesorabile di quella notizia giunta dallo Sri Lanka: “Cargo in fiamme, opere della Biennale bloccate”.

“E così il percorso prosegue – sottolinea ancora Rampelloseguendo il tragitto di una simbolica e sempre più netta presa di coscienza dell’accaduto. Ora rievocandone le tracce sensibili attraverso un racconto, ora cercando orientamento tra le profonde risonanze delle parole di un “prontuario etimologico dell’accadimento”, ora scontrandosi con la visione gigantografica del cargo in fiamme. Ecco la rappresentazione di ciò che non è mai stato. L’opera incompiuta che si compie nello sguardo di chi la contempla. L’astratta simulazione di una realtà non ancora accaduta. Contemporaneità che si fa, dunque, Memoria”.

L’obiettivo dell’iniziativa, quello di riflettere sul valore e sul destino dell’arte nella Cina odierna, non vien meno. Negli ultimi decenni, l’arte cinese contemporanea ha visto l’affermazione di un’importante generazione di artisti e la nascita di nuove gallerie e di collezionisti; a questi si aggiunge la repentina creazione di musei e di formidabili accademie e università che stanno favorendo un ampio pubblico, informato e consapevole.

Come afferma Gianfranco Maraniello, “Memory and Contemporaneity non è solo l’occasione di osservare i lavori di alcuni dei più interessanti artisti cinesi della scena recente, ma è il tentativo di considerare più profonde radici in una tradizione culturale che, a partire dall’immaginario della Città Proibita, si apre a valori non omologati per l’arte contemporanea”.

Questo sarà da subito garantito attraverso l’esposizione di un piccolo nucleo di lavori (che non erano sulla nave cargo) e, successivamente, con l’allestimento di tutte le altre opere previste, una volte giunte a Venezia.

 

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