American Horror Story – Balenciaga: tra fetish del logo e caricatura di sè stessi

Si è svolta alla New York Stock Exchange la presentazione della collezione PrimaveraEstate 2023 di Balenciaga, che per la prima volta in quasi due decadi abbandona Parigi per sfilare. La Borsa Valori di New York City, un luogo simbolo della Grande Mela, è stata trasformata per l’occasione nel set di una manifestazione che voleva essere distopica, feticista e scioccante. Che poi è esattamente quello che ci si aspetta generalmente da Balenciaga.

Il senso ultimo dell’evento sarebbe stato quello di rivelare e additare i feticci del mondo in cui viviamo: la moda naturalmente, ma soprattutto il denaro. Avanguardia concettuale, insomma.

Il primo atto di questo racconto è stato l’invito ricevuto dagli ospiti: una mazzetta di banconote, naturalmente finte, tenute insieme da una fascetta su cui erano annotate le informazioni circa l’evento. Un gesto volutamente provocatorio, che doveva definire da subito il tono della manifestazione. Alla NYSE gli invitati si sono accomodati sugli alti sgabelli normalmente utilizzati dagli operatori di borsa, circondati dai monitor fermi alle quotazioni di chiusura del venerdì sera, i cui schermi saltavano in continuazione come fosse stato in corso un attacco hacker.

La musica tecno ha poi finalmente aperto lo show. La sfilata, divisa concettualmente in tre tranches, è iniziata con i capi della collezione Garde Robe, caratterizzata dai consueti colori cupi con linee spigolose e un sapore paradossalmente vecchiotto, e poi dai capi da sera, che da sera avevano solo i lustrini. Tutti i modelli hanno indossato i look di sfilata sopra una tutta full body di lattice aderentissima in stile bondage, simbolo del fetish per eccellenza, che copriva ogni centimetro del loro corpo tranne gli occhi. Non solo, ma in molti sono stati fatti sfilare esibendo una camminata forzata e caricaturale, quasi da cartone animato, che pare avrebbe dovuto mimare l’incedere nervoso degli squali di Wall Street che popolano le strade di Manhattan fiutando l’odore del denaro.

C’è davvero da augurarsi che là fuori il sindacato dei modelli abbia visto tutto e prenda provvedimenti. La verità è che questo escamotage del volto coperto e delle tute da BDMS poteva aver colpito all’inizio, quando l’anno scorso Kim Kardashian si era presentata al Met mummificata nella stoffa nera che avvolgeva ogni cosa, compresi occhi e tacchi delle scarpe, ma è un coup de théâtre che ci si può giocare un limitatissimo numero di volte prima di smettere di essere provocatori e diventare la macchietta di sé stessi.

La chiave di lettura dovrebbe essere l’uso di uno strumento per pratiche sessuali considerate fetish, come la tuta da bondage, che vuole richiamare il concetto astratto di feticismo del denaro, sottolineando anche come il mondo della moda tenda a spersonalizzare le persone, soprattutto quelle che ci lavorano. Tutto molto profondo, forse anche un po’ troppo. L’ultima tranche della presentazione ha visto sfilare alcuni capi della collezione realizzata in collaborazione con Adidas.

Ora, detto e considerato che si è trattato per lo più di capi Adidas con la scritta Balenciaga schiaffata sopra, ciò che davvero colpisce non sono tanto gli abiti, quanto i prezzi a cui sono stati messi in vendita subito dopo la sfilata. Il web in questi giorni pullula di post dove si mettono a confronto capi Adidas pressoché identici a quelli della collab con Balenciaga, dove l’unica differenza è che i pezzi della capsule costano mediamente 1000 dollari in più dei loro cugini meno fashion. A proposito di fetish del denaro e della spersonalizzazione. D’altro canto, 1000 dollari circa deve essere il prezzo da pagare per quei 10 secondi circa di soddisfazione in cui alla domanda “Carino quello, Adidas?” si può rispondere “No, Balenciaga”. Purtroppo, è questo l’unico fetish che la sfilata SS23 di Balenciaga ha “svergognato”: il fetish del logo, che in quanto logo crea un valore economico basato sul niente.

Fiorenza Sparatore

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Classe 1993, milanese fiera. Laureata a pieni voti in Storia dell'Arte, ora lavora per una celebre maison di moda. A 6 anni ha imparato a scrivere e non ha mai smesso. Le sue passioni sono l'arte, la cultura e la musica heavy metal.