Vento d’estate: Le 10 hit che hanno infiammato le nostre estati (e che meritano di tornare)

C’è un momento preciso, ogni anno, in cui il vento cambia. Non è solo questione di meteorologia, ma di vibrazioni nell’aria, di pantaloncini troppo corti, di gelati colati sul polso e di playlist che esplodono dagli altoparlanti del chiosco. È l’arrivo dell’estate. E ogni estate ha la sua colonna sonora. Alcune si dissolvono come sabbia tra le dita. Altre restano. Perché certe canzoni non ti ricordano solo un’estate: ti ricordano chi eri.

Abbiamo riaperto il baule dei ricordi e pescato dieci hit che hanno fatto sudare i dancefloor, risvegliato amori nei camping e acceso falò sulle spiagge. Dieci tormentoni che, oggi più che mai, meritano di tornare ad accompagnare un tramonto, una corsa sotto il sole o una notte senza sonno.


1. “Vento d’estate” – Max Gazzè & Niccolò Fabi (1998)
In principio fu il vento. E quel vento portava una chitarra acustica, una voce profonda e un’amicizia vera. “Vento d’estate” è la carezza lieve di un’estate italiana senza pretese, senza fretta. Un piccolo manifesto di libertà da ascoltare ancora, con i piedi nella sabbia e il cuore altrove.

2. “Vamos a la Playa” – Righeira (1983)
Una bomba nucleare sul mare? Ma balliamoci sopra. Ironia, synth e spalline larghe: i Righeira erano futuristi senza saperlo. E oggi, nel pieno revival anni ’80, questa hit torna con la forza di un’onda anomala. Vamos. Subito.

3. “Sarà perché ti amo” – Ricchi e Poveri (1981)
È un ritmo che ti prende e non ti lascia più. Un amore da balera che travolge generazioni, dai nonni ai nipoti. In una manciata di note, l’essenza del pop italiano più puro, solare e disarmante. Più che un brano: un balsamo per giornate storte.

4. “The Rhythm of the Night” – Corona (1993)
Quando il sole tramonta e le luci si accendono, parte The Rhythm. Un inno alla notte, alla pista, alla voglia di danzare senza chiedere il permesso. Il sound anni ’90 che ha fatto scuola, con la voce inconfondibile di Olga De Souza a guidare l’orda dei nottambuli.

5. “Bailando” – Enrique Iglesias feat. Sean Paul & Descemer Bueno (2014)
C’è un momento, durante un aperitivo sulla spiaggia, in cui la temperatura si alza anche se il sole sta calando. È quando parte “Bailando”. Un cocktail di spagnolo, inglese e reggaeton, da servire ghiacciato. E poi ballare, senza freni.

6. “Una estate italiana” – Gianna Nannini & Edoardo Bennato (1990)
Era l’estate dei Mondiali, ma anche l’estate della voce graffiante di Gianna e dell’armonica di Bennato. “Notti magiche” che ancora oggi sanno commuovere, perché certe emozioni hanno la forma di una notte umida di giugno e di un abbraccio dopo un gol.

7. “Kiss Kiss” – Holly Valance (2002)
Esplosiva, sensuale, impossibile da dimenticare. Il singolo che ha fatto salire la temperatura nei primi 2000, tra ombretti glitter e pantaloni a vita bassa. Un bacio sussurrato che si è trasformato in tormentone globale. E ancora oggi fa effetto.

8. “Tre parole” – Valeria Rossi (2001)
Sole, cuore, amore. Basta poco per entrare nella leggenda. Valeria Rossi ci è riuscita con una canzone che sembrava un messaggio in bottiglia lanciato in un mare di spensieratezza. Pop ingenuo, sì. Ma anche inossidabile.

9. “Obsesión” – Aventura (2002)
Dominicano fino al midollo, ma con lo sguardo rivolto all’Europa. La bachata diventa global, Romeo Santos si trasforma in idolo e “Obsesión” resta uno dei pezzi più sensuali e melodrammatici mai ballati in una piazza d’agosto.

10. “L’estate sta finendo” – Righeira (1985)
La fine dell’estate, cantata con malinconia elettronica e occhiali da sole. Ancora loro, i Righeira, a chiudere il cerchio con un brano che è diventato rito di passaggio. Perché ogni estate finisce, ma certe canzoni restano incollate addosso come una scottatura presa a Ferragosto.

Perché il bello dei tormentoni è che non tormentano mai davvero.
Sono lì, come vecchie Polaroid, pronte a riaccendersi con il primo “clic” di una cassa Bluetooth. Non c’è estate che tenga senza la sua colonna sonora. E magari, tra un Mojito e un tuffo, anche quest’anno troveremo una nuova ossessione da canticchiare.
Ma prima, lasciamo che il passato ci faccia ancora ballare.

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