È sceso in piazza come un performer dadaista travestito da popstar. Ma, in fondo, Tommy Cash è sempre stato qualcosa di più (e di meno) di un semplice cantante. A Milano ha portato non solo una canzone, ma una visione, un piccolo cortocircuito urbano tra surreale e promozione pop: cartelloni, caffè espresso, fan in delirio e una performance improvvisata che sa di rave estetico e marketing geniale.
L’artista estone, all’anagrafe Tomas Tammemets, ha scelto piazza Morbegno per lanciare il suo appello (neanche troppo metaforico) in vista dell’Eurovision 2025, in programma dal 13 al 17 maggio. “Espresso Macchiato” è il brano in gara, ma anche un manifesto: un inno postmoderno al caos creativo, tra elettronica e ironia, tra cultura pop e citazioni estetiche da galleria d’arte post-sovietica.
Ad attenderlo, una folla adorante che ha ricevuto in dono un caffè – vero, caldo, con tanto di tazzine brandizzate – servito da un mini-bar mobile firmato Tommy Cash. La scena sembrava uscita da un sogno di Wes Anderson contaminato da un videoclip di Die Antwoord: tutto perfettamente folle, tutto perfettamente studiato.
Nel cuore di una Milano sempre più fluida e internazionale, Cash ha messo in scena il suo teatro dell’assurdo: una campagna elettorale per l’arte, con un brano che suona come un jingle e una presenza che sa di installazione vivente. È questo il nuovo pop? Forse no. Forse è solo Tommy Cash che, ancora una volta, si diverte a mescolare i generi e le temperature. Anche quelle del caffè.
E sì: l’espresso era buono.