“Bisogna pur correre dei rischi se vuoi cambiare il mondo”
L’incredibile storia dell’isola delle Rose, dal 9 dicembre su Netflix, riscopre uno degli accaduti italiani più affascinanti degli anni Sessanta. Una commedia davvero particolare, sospesa tra ironia e libertà, che narra il tentativo dell’ingegner Giorgio Rosa di fondare uno stato indipendente su una piattaforma artificiale, nelle acque internazionali al largo di Rimini, con una propria moneta, una lingua ufficiale (l’esperanto), un inno e propri passaporti.
Diretto da Sidney Sibilia (Smetto quando voglio), sceneggiatura scritta insieme a Francesca Manieri, prodotto da Matteo Rovere, con una magistrale interpretazione di Elio Germano nei panni di Rosa e cast rinomato (Luca Zingaretti, Fabrizio Bentivoglio, Matilde De Angelis ed altri), il film sta avendo un grande successo su Netflix tanto da classificarsi come il più visto di questi giorni.
La pellicola inizia a Strasburgo nel novembre del ’68 quando Giorgio Rosa si reca al Tribunale europeo per presentare il suo caso. Nel Tribunale comincia il racconto dell’accaduto attraverso l’espediente narrativo del flashback.
La storia di un ingegnere geniale, con una scarsa considerazione delle leggi, che decide di mettersi in gioco producendo la sua idea di libertà attraverso la creazione di uno stato autonomo, un luogo dove poter essere finalmente liberi. Una piattaforma d’acciaio di 400 metri quadrati che diventa, per un’estate, meta di hippy, persone senza identità e ribelli, insomma un luogo dedicato a tutti quei outcast che il mondo ha messo da parte. Un’isola che incarna, dunque, l’importanza ideologica dei moti sessantottini.
L’unicità del luogo attira l’attenzione degli organi politici sia nazionali che internazionali come l’ONU e lo Stato italiano. Quest’ultimo incarnato dal presidente del consiglio Giovanni Leone (Luca Zingaretti) e dal Ministro dell’interno Franco Restivo (Fabrizio Bentivoglio).
Come in Smetto quando voglio, anche in questo film, il regista ricalca la sua personale visione del vero supereroe. Un eroe non concepito sui prototipi fantascientifici importati della Marvel e dalla DC, basati su allenamento fisico e super poteri. Nel nostro film i veri campioni sono i nerd che, attraverso la ragione e l’entusiasmo bambinesco, riescono nel realizzare imprese impossibili. Uomini di scarsa prestanza fisica e senza capacità magiche che si affidano unicamente ai propri sentimenti e alle proprie capacità.
Una pellicola dallo stile americano che racconta il ’68 e il suo “break on through to the other side” (The Doors). Un film che mette in scena il conflitto tra le idee dei nuovi giovani e una vecchia classe politica ancorata al passato. Due visioni della vita differenti presentati da Giorgio Rosa, giovane intraprendente e ingegnere visionario, e della Democrazia Cristiana all’apice della sua influenza. Un partito formato da politici redattori della Costituzione Italiana e fedeli seguaci delle indicazioni proibizionistiche emesse dal Vaticano sull’atteggiamento ‘erotico’ dei giovani.
“Tu hai fondato una nazione ma anche io”
L’impresa ingegneristica narrata dalla pellicola nasconde la formazione di una coscienza civile e politica di un ragazzo che voleva cambiare “il punto di vista” della vita. Una riflessione sull’Utopia sessantottina con le sue contestazioni, il Maggio parigino, la voglia di libertà e il potere corrotto della classe politica.
Un film che racconta il clima del’ 68 senza violenze, rimarcando l’unico e vero potere:
la conoscenza.
“Lo senti sto odore di libertà!?”
Maria del Vecchio