Un’Aula Magna gremita, l’aria sospesa tra eleganza e commozione, e un’étoile che questa volta non ha danzato, ma ha lasciato parlare il cuore. All’Università di Firenze, Roberto Bolle ha ricevuto la laurea magistrale honoris causa in “Pratiche, linguaggi e culture della comunicazione”, un riconoscimento conferito “per la sapiente valorizzazione della danza come linguaggio universale”, capace di trasformare l’arte in veicolo di cultura, emozioni e socialità.
Visibilmente emozionato, Bolle ha ringraziato chi lo ha sostenuto fin dall’inizio: «Grazie ai miei genitori, che hanno lavorato instancabilmente per offrire a me e ai miei fratelli opportunità migliori». Un momento intimo, che ha sciolto in un applauso caloroso la platea, testimoniando come dietro l’étoile della Scala di Milano ci sia prima di tutto un uomo che riconosce il valore delle proprie radici.
Nel suo discorso, Bolle ha ricordato anche la nascita della Fondazione Roberto Bolle, creata per diffondere i valori della danza come strumento di crescita personale e collettiva: «La danza è una maestra di vita: insegna disciplina, ascolto, rispetto, fiducia in sé e negli altri».
La rettrice Alessandra Petrucci, consegnando il titolo, lo ha definito “un artista nel senso più vero e pieno del termine, simbolo di eleganza, atletismo e raffinatezza”.
E mentre Firenze celebrava la sua carriera, Bolle già guarda ai palcoscenici internazionali che lo attendono: dal 6 novembre a Dubai con il Gala Roberto Bolle and Friends, l’11 novembre per la prima volta al Sadler’s Wells Theatre di Londra, e ancora dal 14 al 16 novembre al Teatro Arcimboldi di Milano. Poi, dal 27 al 29 novembre, sarà protagonista con Caravaggio al Teatro Regio di Torino e dal 4 al 7 dicembre al Teatro Carlo Felice di Genova.
Un’agenda fitta e luminosa, ma con il cuore rivolto sempre a casa, a quella famiglia che lo ha sostenuto e che oggi, insieme a un’intera università, lo applaude con orgoglio.




