Recensione: “Quasi nemici” Yvan Attal racconta al cinema la dura realtà della periferia

Quasi Nemici è la brillante commedia politico-sociale diretta dal regista Yvan Attal. Il film si sviluppa attorno al delicatissimo tema dell’integrazione culturale e alla relativa lotta al pregiudizio.

Neila Salah (Camélia Jordana), cresciuta nella banlieue di Parigi, è una ragazza di origine magrebina iscritta al primo anno di giurisprudenza presso la prestigiosa università Panthéon-Assas. Rea di essere arrivata a lezione con qualche minuto di ritardo, subisce una serie di avvilenti improperi a sfondo razzista dal docente di retorica Pierre Mazard (Daniel Auteuil). L’invettiva del professore viene presto filmata dal alcuni studenti e pubblicata in rete. Per evitare sanzioni, l’insegnante sarà costretto ad occuparsi personalmente della formazione di Neila, in vista del contest oratorio tra le diverse facoltà di diritto.
Il personaggio di Pierre Mazard, interpretato da Daniel Auteuil, ricorda il cinico professore di fonetica della celebre commedia di George Bernard Shaw- Il Pigmalione. Irriverente, arrogante e politicamente scorretto, Mazard strappa risate a denti stretti sulla cultura araba e sul perbenismo borghese, stimolando nuove riflessioni sul rispetto e il valore della diversità.

Camélia Jordana, classe 1992, nota per aver cantato alla cerimonia di commemorazione delle vittime del Bataclan, vince il Premio César come migliore promessa femminile per l’interpretazione della goffa e caparbia Neila -personaggio che riflette le origini del regista- e il valore della determinazione nella costruzione delle proprie opportunità.
“La verità non conta, l’importante è essere convincenti.” Questa frase ripetuta più volte nel corso del film, invita a riflettere sul potere della parola e a quanto l’eloquenza sia intimamente connessa alla natura umana. A tal proposito Robert Musil scriveva: “l’uomo è l’unico animale che abbia bisogno di parlare anche per la riproduzione.” Non è un caso dunque che i nomi dell’amore (platonico, cortese, romantico, maledetto) siano i nomi di illustri discorsi sull’amore. Dell’ultimo esempio- in particolare- il professor Mazard ci regalerà nel corso della pellicola alcuni bellissimi versi de “Les Fleurs Du Mal”.
Quasi Nemici si presenta come un film capace di far ridere, commuovere e riflettere su questioni di attualità- quali il razzismo e l’integrazione- senza mai scadere in argomentazioni banali e ridondanti, in un finale dove le differenze aprono la strada al confronto e all’evoluzione. Fino all’ultimo ciack l’attenzione è tenuta viva da battute taglienti, piacevoli colonne sonore, e un sorprendente look della neo avvocatessa Neila sfoggiato sulle note dell’irresistibile Inner City Blues di Marvin Gaye.

Valentina Corasaniti

RASSEGNA PANORAMICA
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recensione-quasi-nemici-yvan-attal-racconta-al-cinema-la-dura-realta-della-periferiaCommedia leggera, ben scritta, dal ritmo vivace. Colpisce la dignità con cui è stata suggerita la dura realtà della banlieue e il carisma di Camélia Jordana. Impeccabile, come sempre, il gusto musicale di Yvan Attal.