Recensione: “Molly’s game” la sconvolgente storia vera della principessa del poker

La seducente Jessica Chastain veste i panni di Molly Bloom, un’atleta sconfitta che potrebbe somigliare notevolmente alla Tonya Harding di “I, Tonya”, ma dotata di una forza interiore e di un’intelligenza che la allontana dalla pattinatrice, rendendola uno dei simboli più emblematici della donna moderna.
“Molly’s game” è un film basato sulle memorie “Molly’s Game: From Hollywood’s Elite to Wall Street’s Billionaire Boys Club, My High-Stakes Adventure in the World of Underground Poker” di Molly Bloom.
Scritto e diretto da Aaron Sorkin (“The social network” e “Steve Jobs”), narra la vita controversa della sciatrice costretta al ritiro a causa di un grave incidente, in seguito divenuta un asso nel mondo del poker, riuscendo a guadagnare enormi somme di denaro senza quasi mai agire illegalmente grazie alla sua impressionante adattabilità, scaltrezza e spirito di iniziativa.

La storia di Molly Bloom sembra la sceneggiatura di un film per quanto assurda e a tratti quasi favolistica, tanto da portare lo spettatore a chiedersi se sia tutto vero.
Ci troviamo di fronte ad una donna con un passato difficile, il quale, per quanto sia un tema molto affrontato, nella pellicola risulta narrato e sviscerato in maniera del tutto nuova, mettendo in evidenza aspetti caratteristici del bizzarro rapporto della protagonista con suo padre (interpretato da un superbo Kevin Costner), ma, in particolar modo, esplicitando completamente l’approccio di Molly con tutto ciò che le accade e la circonda grazie alla narrazione in prima persona.

Nel film emergono temi contemporanei fondamentali e spesso trattati in maniera poco adeguata, qui esposti sottilmente, con un’astuzia e una delicatezza perfettamente misurate, ma capaci ugualmente di colpire il pubblico soltanto in pochi frame. La solitudine, l’assenza di un strada da seguire, la sottostima, la paura di non riuscire ad andare avanti, il peso della gestione di un’impresa grande quanto schiacciante e ai limiti della legalità, ma, soprattutto, il potere di surclassare e dominare uomini importanti, ridotti a bambini, schiavi di un gioco che non riescono a controllare, quando è la mente brillante di una donna più intelligente di loro a dettare le regole.

Ciò che rende Molly diversa da molte altre eroine che sono riuscite a rialzarsi e a risorgere più forti di prima, è l’innocenza, la bontà e la purezza che non hanno mai smesso di caratterizzarla nonostante la vita dissoluta che ha condotto per anni, insieme alla nobiltà e alla fermezza del suo animo, aspetti per i quali l’avvocato Charlie Jaffey si schiera dalla sua parte e la loda durante un’intensa conversazione con gli avvocati dell’accusa.

La pellicola ha ottenuto due nominations ai Golden Globe, tra cui per miglior attrice protagonista a Jessica Chastain e miglior sceneggiatura non originale ad Aaron Sorkin, quest’ultima riconfermata agli Oscar.
Ad affiancare Jessica Chastain e Kevin Costner nei ruoli principali troviamo Idris Elba nei panni dell’avvocato Charlie Jaffey, Michael Cera in quelli del giocatore X e Jeremy Strong nel ruolo di Dean Keith.

Alice Gaglio

RASSEGNA PANORAMICA
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Studentessa di lettere moderne all’università di Bologna, principalmente appassionata di cinematografia, di musica, di filosofia e arte. Nel tempo libero articolista, impegnata nella scrittura creativa, di testi drammaturgici e in attività scenografiche e registiche.
recensione-mollys-game-la-sconvolgente-storia-vera-della-principessa-del-poker“Molly’s game” è un film accattivante, profondo e drammatico allo stesso tempo, la biografia scritta magistralmente di una donna tanto umana quanto difficile da ritenere realmente esistita.