Quella di Marisa Laurito è stata decisamente una vita scapricciata

Eduardo e gli esordi a Cinecittà, e poi l’entusiasmante avventura ironica con Arbore, ma anche Napoli, gli amori e le amicizie…: l’autobiografia scintillante di un’artista che ha vissuto molte vite.
Il cielo primaverile di Napoli è carico di stelle, mentre da una finestra del centro storico qualcuno intona la romanza di Puccini Vincerò. È sotto questo segno musicale che viene al mondo Marisa Laurito, protagonista poliedrica ed esuberante di oltre mezzo secolo dello spettacolo e del costume italiani. In Una vita scapricciata si racconta per la prima volta con voce squillante e autentica.. in musica e parole, con l’ironia che la contraddistingue.

Marisa Laurito è stata ospite sulle pagine di Domanipress

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Durante l’intervista, racconta aneddoti ,recita brani che hanno segnato la sua carriera, e canta le canzoni  della sua terra accompagnata al pianoforte  da Marco Persichetti e dalla  splendida voce di Timoty Martin. A formarle il carattere è Napoli, la città in cui tutto avviene in strada, dove ci si incontra, si grida, si ride, si mangia, si rappezzano i dolori.
Marisa diventa così un’anima generosa e riconoscente e, infatti, in questo libro, per parlare di sé, in realtà non fa che evocare le persone e le occasioni che l’hanno ispirata, accompagnata, aiutata nel suo percorso artistico e umano: dall’amica Marina con cui affrontò i primi provini a Cinecittà (con tanto di molestie “d’uso” a cui seppe reagire con personalità) al grandissimo Eduardo, il Direttore, dal viso rosa come la camicia, per il tanto cerone messo negli anni che non andava più via.
Per ciascuno Marisa dipinge un ritratto di spessore arricchito con preziosi aneddoti, dagli episodi vissuti da squattrinata a Roma a un irresistibile déjeuner a casa Agnelli. Ci sono poi tutti, nessuno escluso, i compagni di quella geniale avventura corale che si sviluppò attorno a Renzo Arbore, che «ha spalancato una porticina nel mio cervello» e «mi ha insegnato a lanciarmi nel meraviglioso cielo dell’improvvisazione». Un sodalizio importantissimo, come quello con il migliore amico Luciano De Crescenzo, con cui Marisa parla ancora oggi all’ombra del Vesuvio, il vulcano fumante che da millenni insegna ai napoletani a ridimensionare gli affanni, a godere attimo dopo attimo e a rinascere ridendo.

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