Primo viaggio in Giappone: gli errori più comuni da evitare secondo chi ci è già stato

Il Giappone è una delle mete più affascinanti e, allo stesso tempo, più complesse da affrontare per chi si avvicina per la prima volta a questa cultura. Non è solo una questione di distanza geografica: la distanza è anche culturale, linguistica, comportamentale. E se da un lato questo rende l’esperienza unica, dall’altro può generare qualche difficoltà, soprattutto per chi parte impreparato.

Per affrontare il viaggio con maggiore consapevolezza, molti scelgono l’opzione dei viaggi organizzati – questo tour di gruppo in Giappone ne è un esempio – che hanno itinerari pensati proprio per chi visita il Paese per la prima volta, con tappe calibrate e un buon equilibrio tra scoperta e supporto logistico.
Uno degli errori più comuni è pensare che “bastino pochi giorni”. Il Giappone non è un Paese da visitare in fretta: le distanze tra una città e l’altra sono ampie, e anche all’interno delle metropoli le cose da vedere sono molte, spesso disseminate in punti distanti. Tentare di inserire troppe tappe in pochi giorni può trasformare il viaggio in una corsa estenuante. Meglio concentrarsi su un’area limitata e approfondirla, piuttosto che accumulare timbri sul passaporto.

Molti viaggiatori sottovalutano l’importanza della pianificazione.

In un Paese dove l’efficienza è la norma, presentarsi senza un’idea precisa di cosa fare e dove andare può significare perdere tempo e opportunità. Musei, esperienze, persino alcuni ristoranti richiedono prenotazione. Non si tratta di programmare ogni minuto, ma di sapere cosa ci si può aspettare e come muoversi, soprattutto nei primi giorni.
Un altro errore frequente è non conoscere – o ignorare – le regole di comportamento, spesso non scritte ma molto sentite. Parlare ad alta voce sui mezzi pubblici, mangiare camminando, entrare con le scarpe in spazi chiusi, gesticolare eccessivamente: sono tutti atteggiamenti che in Giappone possono risultare maleducati. Anche se i giapponesi sono generalmente molto tolleranti verso i turisti, mostrarsi rispettosi della cultura locale fa la differenza, e viene sempre apprezzato.
Sul fronte della logistica, uno degli ostacoli più sottovalutati è quello legato al trasporto. Il sistema ferroviario è straordinariamente efficiente, ma può confondere chi non è abituato a linee diverse gestite da compagnie diverse, nomi di stazioni simili, sistemi di prenotazione separati. Per questo motivo, molti viaggiatori inesperti rischiano di acquistare pass non adatti o di perdersi tempo prezioso a capire come raggiungere la prossima meta. Informarsi in anticipo o affidarsi a soluzioni che prevedano già i trasferimenti può semplificare notevolmente le cose.
Anche il rapporto con la lingua può creare qualche disagio. Nonostante l’incremento della segnaletica in inglese, fuori dalle grandi città non è sempre facile comunicare. È utile scaricare app di traduzione, portare con sé schede con gli indirizzi scritti in giapponese (soprattutto per i taxi) e imparare almeno qualche parola base: un “arigatou gozaimasu” detto con sincerità può aprire più porte di quanto si immagini.
Tra le esperienze da non trascurare – ma che spesso vengono snobbate per paura o pregiudizio – ci sono gli onsen, i bagni termali tradizionali. Alcuni viaggiatori evitano questa parte così importante della cultura giapponese per timidezza o disinformazione. Ma chi supera il primo imbarazzo scopre una pratica rigenerante e profondamente radicata nel modo giapponese di concepire il benessere. Informarsi sulle regole di comportamento e sulle strutture che accettano visitatori internazionali può aiutare a vivere questa esperienza in modo sereno.

Altro fraintendimento riguarda il cibo.

Il Giappone non è solo sushi. Anzi, la varietà gastronomica è enorme, dai ramen regionali agli okonomiyaki, dai dolci a base di fagioli azuki alle grigliate yakitori. Limitarsi ai piatti più noti, magari per paura di sbagliare, significa perdersi una parte importante del viaggio. I menu con fotografie, le app che traducono in tempo reale e i piccoli locali familiari sono spesso le chiavi migliori per esplorare la cucina giapponese senza timore.
Infine, uno degli errori più sottovalutati è non lasciare spazio all’imprevisto. In un Paese dove tutto sembra perfettamente ordinato, spesso le esperienze più memorabili nascono proprio dalle deviazioni dal programma: un tempio scoperto per caso, un quartiere tranquillo fuori dalle guide, una conversazione con uno sconosciuto. Pianificare è utile, ma lasciare margini per la scoperta è ciò che rende il viaggio veramente personale.
Visitare il Giappone per la prima volta è un’avventura entusiasmante, ma anche un esercizio di ascolto, adattamento e curiosità. Chi parte con l’idea di lasciarsi sorprendere, ma anche con una base di preparazione, vivrà un’esperienza ricca, intensa e piena di significato. E probabilmente, al rientro, inizierà già a pensare a quando tornare.

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