Piano Transizione 5.0 e incentivi green: il team di Sunpark analizza le opportunità per le imprese

In un panorama economico dove la sostenibilità e l’efficienza energetica sono diventate leve strategiche per la competitività, il Piano Transizione 5.0 emerge come una delle più importanti iniziative governative a sostegno delle imprese italiane. Questo programma, che evolve il precedente modello 4.0, introduce un cambio di paradigma fondamentale: non si limita a incentivare l’innovazione digitale, ma la lega indissolubilmente al raggiungimento di precisi obiettivi di risparmio energetico.

Si tratta di un’occasione unica per le aziende che puntano a modernizzare i propri processi produttivi riducendo al contempo l’impatto ambientale e i costi in bolletta.

Ad analizzare le complesse ma vantaggiose maglie di questa misura sono gli esperti di Sunpark, realtà operante nel fotovoltaico nell’area di Roma, che evidenziano come il piano rappresenti un forte acceleratore per l’adozione di soluzioni basate sulle energie rinnovabili. Il cuore della Transizione 5.0 è un nuovo credito d’imposta, con una dotazione complessiva di 13 miliardi di euro per il biennio 2024-2025, destinato a tutte le imprese residenti in Italia che effettuano nuovi investimenti in strutture produttive.

La vera novità risiede nei criteri di accesso: per ottenere l’agevolazione, l’investimento deve generare una riduzione dei consumi energetici della struttura produttiva di almeno il 3%, o in alternativa, del 5% per i processi interessati dall’investimento stesso.

Questo meccanismo premia la virtuosità. Il credito d’imposta è modulare e cresce all’aumentare del risparmio energetico conseguito, potendo raggiungere un’aliquota massima del 45%. All’interno di questo quadro, gli impianti fotovoltaici e i sistemi di produzione di energia da fonti rinnovabili destinati all’autoconsumo giocano un ruolo da protagonisti.

Sebbene l’acquisto di soli pannelli solari non sia di per sé sufficiente per attivare l’incentivo, questi diventano una componente ammissibile e strategica all’interno di un progetto di investimento più ampio. In pratica, un’azienda che investe in un nuovo macchinario 4.0 che garantisce un risparmio energetico certificato, può includere nel progetto anche l’installazione di un impianto fotovoltaico con o senza sistema di accumulo, vedendosi riconosciuto il credito d’imposta su entrambe le spese.

Spese ammissibili

Le spese ammissibili dal piano sono state definite per massimizzare l’impatto della transizione. Rientrano nel perimetro dell’agevolazione:

  • I beni strumentali materiali e immateriali (software) tecnologicamente avanzati, interconnessi ai sistemi di fabbrica, che rientrano nelle categorie della Transizione 4.0.
  • I sistemi per l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili e per lo stoccaggio dell’energia (sistemi di accumulo), a condizione che siano destinati all’autoconsumo.
  • Le spese per la formazione del personale, finalizzate all’acquisizione o al consolidamento delle competenze necessarie per la transizione digitale ed energetica.

Iter per accedere al credito

L’iter per accedere al beneficio fiscale richiede un approccio strutturato e una pianificazione attenta. Le imprese devono ottenere una certificazione ex-ante, rilasciata da un valutatore indipendente, che attesti la rispondenza del progetto ai requisiti del piano e il risparmio energetico previsto.

A investimento concluso, una seconda certificazione ex-post dovrà confermare la corretta interconnessione dei beni e l’effettivo conseguimento dei risparmi. La gestione delle domande e l’erogazione dei crediti è affidata al Gestore dei Servizi Energetici (GSE), che verificherà la documentazione e comunicherà all’Agenzia delle Entrate l’ammontare del credito d’imposta spettante a ciascuna impresa.

Una scelta strategica per il futuro

Il Piano Transizione 5.0 non deve essere interpretato come un semplice sussidio, ma come un investimento strategico sul futuro. Le aziende che sapranno cogliere questa opportunità non solo beneficeranno di un notevole vantaggio fiscale, ma porranno le basi per una competitività duratura.

Ridurre la dipendenza energetica significa abbattere costi operativi strutturali, mettersi al riparo dalla volatilità dei prezzi dell’energia e migliorare la propria immagine aziendale in un mercato sempre più attento ai criteri di sostenibilità (ESG).

In questo scenario, affidarsi a partner specializzati, in grado di progettare soluzioni integrate che combinino efficienza di processo e autoproduzione da fonti rinnovabili, diventa essenziale per massimizzare i benefici del piano e trasformare un obbligo normativo in un concreto vantaggio competitivo.

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