Papa Francesco torna a casa dopo 38 giorni: «Ho rischiato due volte di morire»

Dopo oltre cinque settimane di ricovero al Policlinico Gemelli, Papa Francesco è pronto a tornare a Casa Santa Marta. Una notizia che tutto il mondo attendeva con ansia, dopo giorni di preoccupazione per la salute del Pontefice, colpito da una polmonite bilaterale e un’infezione respiratoria polimicrobica.

«Le condizioni cliniche sono stabili da almeno due settimane», ha rassicurato il professor Sergio Alfieri, il chirurgo che ha seguito Francesco sin dall’inizio del ricovero. Ma il percorso non è stato privo di ostacoli. «Ci sono stati due episodi molto critici, in cui il Santo Padre è stato in pericolo di vita». Un quadro clinico delicato che, in più di un’occasione, ha fatto temere il peggio.

 

Eppure, il Papa ha affrontato tutto con la sua solita determinazione. «Non è mai stato intubato, è sempre stato vigile, orientato e presente», ha precisato il medico. Ma ci sono stati momenti in cui la malattia ha messo a dura prova anche il suo spirito. «Quando stava male, era ovviamente giù di morale. Ma una mattina, quando siamo andati ad auscultargli i polmoni dopo un brutto periodo, gli abbiamo chiesto come stesse e lui ci ha risposto: “Sono ancora vivo”». Una battuta che ha fatto sorridere i presenti, segnale che la sua ripresa era finalmente iniziata.

Cosa succederà ora? Il Papa dovrà “reimparare a parlare”

Il rientro a Santa Marta sarà solo l’inizio di un percorso di riabilitazione. «Ha perso un po’ la voce, ma tornerà come prima», ha spiegato Alfieri. «Quando si ha una polmonite bilaterale, i polmoni soffrono e anche i muscoli respiratori ne risentono. È normale che ci voglia del tempo per recuperare del tutto».

I prossimi due mesi saranno fondamentali. «Sarà una dimissione protetta», ha chiarito il dottor Luigi Carbone, medico del Pontefice in Vaticano. «Non potrà riprendere immediatamente le attività con i gruppi di persone né partecipare a impegni ufficiali». Ma, come sempre, Francesco non ha intenzione di fermarsi completamente. «Durante il ricovero ha continuato a lavorare e continuerà a farlo da casa. La raccomandazione, però, è di prendersi un adeguato periodo di riposo».

Il paziente esemplare

Nonostante la gravità della situazione, Bergoglio si è dimostrato un paziente modello. «Ha saputo ascoltare tutti i suggerimenti ed è stato collaborativo dall’inizio alla fine», ha rivelato Alfieri, lodando la forza e la disciplina del Papa.

Ora, la Chiesa e il mondo intero attendono di rivederlo in forma. Il cammino della ripresa sarà lungo, ma chi lo conosce bene sa che Francesco ha già lo sguardo rivolto al futuro.

Articolo precedenteVideo Intervista – Grido: «La musica è l’unica amica che non tradisce mai. Ti accompagna, ti cambia, ti salva, per questo difendo il mio rap»
Articolo successivoI dispositivi elettronici che consumano più energia in casa: come riconoscerli e gestirli
Musica,Cinema,Letteratura,Arte,Luoghi,TV,Interviste esclusive e tanto altro ancora. Domanipress.it