Mentre il freddo milanese di febbraio imperversa sulla Milano Fashion Week Autunno/Inverno 2025, resta l’eco di una settimana che ha ridefinito il concetto di stile. Tra sfilate spettacolari, look da urlo e qualche scivolone fashion, ecco chi ha brillato e chi, invece, ha lasciato a desiderare.
IN
1. Il trionfo del minimalismo sofisticato
Dopo stagioni di maximalismo sfrenato, il lusso torna essenziale. Prada e Jil Sander riscrivono le regole del tailoring con linee pulite e silhouette scultoree, mentre Bottega Veneta incanta con il suo artigianato impeccabile. Less is more, e la moda italiana lo dimostra con una maestria senza pari.
2. La spettacolarità di Dolce & Gabbana
La coppia creativa non delude: il loro show è un viaggio onirico tra pizzi barocchi, velluti sontuosi e dettagli ispirati all’arte rinascimentale. Un tributo alla femminilità che seduce e conquista.
3. Il ritorno delle supermodelle
Naomi Campbell, Mariacarla Boscono e Gisele Bündchen calcano la passerella come se il tempo non fosse mai passato. La loro presenza è un richiamo potente al fascino autentico del fashion system, quello che non ha bisogno di hype per brillare.
4. Il fashion activism di Stella McCartney
Nella città del lusso, Stella McCartney lancia un messaggio forte: la moda sostenibile può essere glamour. Tra eco-pellicce e materiali riciclati, la sua collezione è un inno alla consapevolezza senza rinunciare all’eleganza.
5. La rinascita dello street style milanese
Basta esibizionismo forzato: gli outfit visti fuori dalle sfilate parlano di un’eleganza effortless. La Gen Z mixa vintage e pezzi di designer con un’aria disinvolta che detta nuove regole di stile.
OUT
1. Il sovraffollamento di eventi (e polemiche)
Milano si trasforma in un circuito impossibile da seguire: troppi show, party, impegni back-to-back. Il risultato? Addetti ai lavori esausti e inviti che finiscono per perdere valore.
2. La nostalgia forzata di alcuni brand
Mentre alcuni designer rileggono gli archivi con grazia, altri sembrano arenarsi in una riproposizione sterile del passato. La moda vive di evoluzione: rielaborare è un’arte, replicare è un rischio.
3. Il flop degli influencer in prima fila
Non basta un milione di follower per giustificare una presenza nel front row. Alcuni brand sembrano puntare più sul numero di like che sulla rilevanza culturale, e il risultato è una platea che a volte stride con l’anima della maison.
4. Il meteo ostile e i look inadeguati
Milano sotto la pioggia è il nemico giurato dei sandali aperti e delle trasparenze audaci. Ma c’è chi ancora non lo capisce e si ostina a sfidare il freddo con look estivi fuori contesto.
5. L’assenza di grandi debutti
Se Londra e Parigi ci hanno regalato nuovi talenti e colpi di scena, Milano è rimasta un po’ più cauta. Nessun vero scandalo, nessun nuovo nome dirompente: la creatività c’è, ma servirebbe una scintilla in più.
Il verdetto?
Milano Fashion Week resta la quintessenza del glamour, con momenti che fanno sognare e altri che fanno discutere. Ma si sa, nella moda tutto cambia in un battito di ciglia. E già si pensa alla prossima stagione.