Milano dorme, Tananai no

C’è un momento della notte, a Milano, in cui il tempo si ferma. Quando le luci dei tram sembrano fantasmi gentili e la Madonnina, dorata e distante, veglia su chi non riesce a tornare a casa. È lì che immagini Tananai, seduto su una panchina in piazza Duomo, col giubbotto slacciato, la voce un po’ roca e lo sguardo ancora pieno di palchi. Come se quella statua, simbolo eterno di una città che ama chi ha qualcosa da dire, fosse l’unica amica rimasta a cui confidare tutto: le notti in albergo, i baci non dati, le corse negli aeroporti, gli applausi che ti restano nelle ossa.

 

Il 28 aprile, a Parigi, si è chiuso il suo CALMOCOBRA EUROPEAN TOUR 2025: la sua prima avventura fuori dai confini, in quelle città dove il suo nome è sussurrato come una promessa di malinconia, elettronica e verità. Londra, Berlino, Amsterdam, Bruxelles: ovunque, un pubblico affamato di emozioni e di parole imperfette. Ovunque, Tananai.

Ma non è finita. Anzi, è appena cominciata.

Dopo aver esportato il suo caos tenero in Europa, Tananai torna dove tutto ha avuto inizio: l’Italia. Dal 19 giugno, CALMOCOBRA diventa CALMOCOBRA LIVE – ESTATE 2025, un tour che attraverserà il Paese come una mappa emotiva da Nord a Sud. Una specie di road movie a cielo aperto, tra piazze che sanno di estate e tramonti che non chiedono permesso.

Si parte da Roma, Ippodromo delle Capannelle, e poi via: Trento, Collegno, Ferrara, Servigliano, Francavilla, Genova, Lecce, Barletta, Palermo, Catania, Cinquale. Ogni tappa è una città da raccontare, una nuova storia da scrivere in musica. Fino ad arrivare a Milano, il 5 settembre, all’Ippodromo SNAI San Siro, nel cuore del Milano Summer Festival.

Il gran finale? Una scena da film: il 13 settembre a Caserta, in Piazza Carlo di Borbone, proprio davanti alla maestosa Reggia, patrimonio dell’umanità UNESCO. Un concerto-evento nell’ambito del festival Un’Estate da Belvedere.

In un’epoca in cui tutto corre troppo veloce, Tananai continua a fare quello che gli riesce meglio: fermare il tempo. Con una melodia sbilenca, una parola fuori posto, un cuore esposto come una lettera mai spedita. E anche se i riflettori si spengono e resta solo il neon di una stazione, lui è ancora lì. A cantare per chi ha voglia di ascoltare.

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