Si chiama “MAIMAI” il nuovo singolo di Levante, uscito lo scorso 6 giugno, ed è una di quelle canzoni che non si spiegano. Si sentono. Ti attraversano con la leggerezza di una corsa a piedi nudi sull’asfalto caldo dell’estate. Con la malinconia viva di una risata troppo forte per essere trattenuta. Con il ritmo sincopato di chi ha amato, pianto, pregato — e poi, finalmente, riso di nuovo.
“MAIMAI” è un titolo che sembra un’eco, un gioco infantile, un mantra. Ma dietro quel suono ripetuto e apparentemente spensierato si nasconde una verità profondissima. E se c’è una cosa che Levante sa fare da sempre, è prendere l’intimità e farne arte. MAIMAI non è solo una canzone. È una dichiarazione d’esistenza.
Nel post che accompagna l’uscita, l’artista scrive: “MAIMAI è un ping pong tra la preghiera e il rifiuto, quando la misura è colma non c’è più spazio per niente.” Una definizione che somiglia a una resa dei conti con il passato, con le relazioni, con ciò che è stato e non sarà più. Eppure, a dispetto del dolore, la canzone danza. È un inno alla liberazione emotiva, una fuga in avanti cantata con leggerezza e ironia, come solo chi ha attraversato davvero il buio sa fare.
La produzione del brano porta la firma di AFWINE e GMJF, due giovani producer che Levante ringrazia per averle servito “la base della torta”, lasciandole la libertà di aggiungerci “crema al livore e zucchero”. Una frase che è già poesia, come quasi tutto ciò che scrive. La melodia si apre con un synth malinconico, poi esplode in un beat che fa venire voglia di camminare veloci, di correre, di urlare dentro una macchina in corsa — magari proprio come fa lei, mentre racconta di ridere da sola davanti al videoclip, sbellicandosi davanti alle immagini.
Ma il cuore pulsante del progetto si chiama Pistacchio.
Sì, proprio lui. Il cane. Bianco, riccio, occhi saggi. È suo nella vita, ma nel videoclip di “MAIMAI” diventa un simbolo. Di casa, di cura, di chi ti guarda senza bisogno di spiegazioni. “Pistacchio, sei un cane stupendo… e tu sai che la zia è sincera”, scrive Levante con quella tenerezza ruvida che la contraddistingue. Non lo chiama “il mio cucciolo”, non si nasconde dietro vezzeggiativi zuccherosi. Pistacchio non è zucchero, ci tiene a dirlo. È presenza. È sostanza. È, in qualche modo, anche lui musica.
L’universo che ruota attorno a questo singolo è ricco di persone che Levante ringrazia con la precisione di chi sa che la gratitudine è un gesto rivoluzionario: c’è Giacomo Triglia alla regia, che sa “piangere e ridere insieme a me” e trasforma la musica in grammatica visiva; c’è Macia Del Prete, che le fa parlare il corpo; ci sono amici, sorelle, stylist, hairdresser, santoni della logistica e dell’anima. Tutti citati, tutti riconosciuti.
E poi c’è lei, Levante, che in questo nuovo brano sembra essere tornata a una versione primordiale di sé: più leggera, più vera, più istintiva. Scrive: “È come se foste una parte di me, scegliamone una… le orecchie.” Un modo buffo, poetico, dolce e disarmante per dire che la musica, come l’amore, come un cane, come una risata — si sente prima di tutto con le orecchie. Poi con il cuore.
“MAIMAI” è già disponibile su tutte le piattaforme digitali, e il videoclip — visione ipnotica in equilibrio tra sogno e reality — è un piccolo cortometraggio d’autore che celebra la vulnerabilità, la gioia, la follia e quel tipo di libertà che si guadagna solo passando attraverso il dolore.
E Pistacchio, lui c’è. Sempre. Non come mascotte, ma come presenza reale e fondamentale. È il MAI che non diventa MAIUSC. È il motivo per cui ogni corsa, ogni viaggio, ogni canzone — trova sempre la strada di casa.