C’è una voce che non ha mai smesso di parlarci, nemmeno quando taceva. È quella di Madonna, che oggi — a distanza di 27 anni da Ray of Light — torna a far vibrare le onde sonore con ciò che finora era rimasto nell’ombra: Veronica Electronica, l’album di remix inediti nato e poi dimenticato nel lontano 1998, pronto a vedere la luce il prossimo 25 luglio.
E come ogni cosa legata alla Regina del Pop, anche questo ritorno ha il sapore di una rivoluzione privata. Perché Veronica Electronica non è solo un titolo: è un alter ego, un’epoca, una parte nascosta della sua mitologia personale. È la sorella notturna di Ray of Light, quella che viveva nei club e nei remix, nei bassi pulsanti e nelle sale buie dove si danzava fino all’alba.
All’epoca, il disco fu archiviato in silenzio, travolto dall’enorme successo dell’originale, che vendette oltre 16 milioni di copie e regalò a Madonna quattro Grammy Award, tra cui quello per il Miglior Album Pop. Eppure, in quell’angolo non illuminato della discografia, otto tracce remixate da leggende dell’elettronica — da William Orbit a Sasha, da BT a Victor Calderone, passando per Peter Rauhofer — attendevano solo il momento giusto.
Quel momento è adesso.
Un ritorno tra echi sintetici e memoria liquida
La pubblicazione di Veronica Electronica, già disponibile in pre-order sul sito ufficiale di Madonna con una stampa esclusiva, è molto più di una semplice operazione nostalgia: è una dichiarazione d’intenti, la volontà di riscrivere la propria storia attraverso ciò che allora fu considerato troppo audace, troppo alternativo, troppo club.
Il disco si chiude con una chicca inedita: la demo originale di “Gone, Gone, Gone”, un brano mai pubblicato prima, prodotto insieme a Rick Nowels, che aggiunge un tono intimo e malinconico a un progetto altrimenti dominato dalla potenza dei beat.
L’anteprima: Skin si rifà il trucco
Ad anticipare l’uscita, Madonna ha rilasciato la “Collaboration Remix Edit” di “Skin”, uno dei brani più sofisticati di Ray of Light, che in questa nuova veste abbandona la spiritualità eterea per abbracciare una sensualità elettronica, fatta di synth sussurrati e ritmo ipnotico.
La sensazione è chiara: Veronica è tornata. Con i suoi vinili traslucidi, i suoi beat taglienti, la sua voce aliena. E lo fa come sempre: con tempismo perfetto e misteriosa eleganza, proprio quando avevamo bisogno di ricordare che la vera arte non ha fretta — ma sa sempre come lasciare il segno.