Lucca Comics & Games 2025, i grandi dei cartoon e dei fumetti si raccontano a Domanipress: da Iginio Straffi a Giorgio Vanni

Ogni autunno Lucca si trasforma nella capitale mondiale dell’immaginario. Migliaia di visitatori colorano le strade con cosplay, fumetti, gadget e quell’atmosfera sospesa che solo il Lucca Comics & Games sa regalare. L’edizione 2025 promette di essere ancora più epica: padiglioni dedicati all’animazione, incontri esclusivi con gli autori, anteprime e soprattutto i grandi protagonisti che hanno scritto la storia dei cartoon e dei fumetti in Italia.

Domanipress, da sempre vicino al mondo della cultura pop, ha incontrato alcuni dei volti più amati – da Iginio Straffi, papà delle Winx, a Giorgio Vanni, la voce che ha reso leggendarie le sigle dei cartoni animati, fino a Pietro Ubaldi, doppiatore di Doraemon e di mille eroi – per raccontare ricordi, segreti e sogni legati a questo universo senza tempo.

Iginio Straffi: il segreto delle Winx

«Penso che il segreto del successo delle Winx sia stato il costante rinnovamento nel corso degli anni. Abbiamo introdotto nuovi contenuti, trame narrative, stili grafici e musiche in ogni nuova stagione. Questo ha permesso di mantenere vivo l’interesse del pubblico, garantendo che la serie rimanesse rilevante anche dopo così tanto tempo. Inoltre, nel DNA delle Winx c’è un elemento fondamentale: sono ragazze con caratteristiche distinte, innovative, e che hanno continuato a essere rilevanti fino ad oggi».

Straffi guarda avanti e non nasconde l’ambizione: «I sogni sono le radici delle stelle. Bisogna guardare in alto, saperle afferrare e raggiungerle. Le Winx hanno fatto sognare generazioni e continueranno a evolversi per parlare anche alle ragazze e ai ragazzi di domani».

Leggi l’intervista scritta a Iginio Straffi su DomaniPress
Guarda il video su YouTube

Giorgio Vanni: il Capitano delle sigle

Per i fan dei cartoon è una leggenda vivente: la sua voce ha accompagnato intere generazioni da Dragon Ball a Pokémon, da One Piece a Detective Conan.

A proposito di figure paterne, qualche tempo fa hai scritto una dedica ad un personaggio misterioso, un guerriero egiziano di nome Radames…
«Radames era mio padre, la mia bisnonna era appassionata di musica lirica e per questo scelsero per lui il nome del Capitano delle guardie dell’imperatrice, il comandante degli eserciti. A distanza di anni il pubblico mi ha nominato Capitano per puro destino…»

Cosa ricordi di lui?
«Ero molto legato a mio padre, anche se l’ho perso abbastanza presto. Devo a lui la passione per i fumetti e i cartoni animati, i suoi preferiti erano Diabolik, Tex e Topolino»

Dopo molti anni tu hai anche registrato la sigla ufficiale di Diabolik.
«Sì, per me è stata una grande responsabilità. Pensa che Diabolik è la sigla preferita di Max ed è una di quelle che mi emoziona di più cantare in pubblico»

E poi quell’onda energetica che non si spegne mai: «L’affetto del pubblico è la mia vera forza. In ogni concerto vedo persone che hanno imparato le mie sigle da bambini e che oggi le cantano insieme ai loro figli. È un passaggio generazionale unico, che mi riempie di gratitudine».

Leggi l’intervista scritta a Giorgio Vanni su DomaniPress
Guarda il video su YouTube

Pietro Ubaldi: la voce che non smette di sognare

Un interprete che ha dato vita a centinaia di personaggi, da Doraemon a Patrick Stella, passando per Arale e Licensing Man.

Mediaset prima di altri è riuscita a portare al pubblico italiano i cartoni animati giapponesi… Non è stata un’attività priva di rischi e a livello commerciale fu un salto nel buio. Tu che hai vissuto i retroscena di quegli anni, cosa hai imparato da quei momenti?
«Ho imparato innanzitutto ad amare e conoscere approfonditamente quel tipo di cartoni. Da bambino c’era solo Disney e Warner Bros, erano piccoli corti con storie che iniziavano e finivano. Le serie giapponesi invece erano più vaste, strutturate, con trame complesse rivolte anche a un pubblico adulto»

Da qui deriva un lavoro di adattamento che la redazione di “Bim Bum Bam” attuava per rendere i contenuti più fruibili ai bambini…
«Sì, soprattutto all’inizio alcuni contenuti furono edulcorati. Non era possibile presentarli al pubblico italiano nella loro interezza. In poco tempo questa versatilità ha fatto affezionare grandi e piccini. Anche i tratti tipici dei manga, come gli occhi grandi, sono diventati familiari. E questo è accaduto anche a me: Doraemon, che doppio da trent’anni, non posso dire di non amarlo»

Un amore che Ubaldi racconta con la semplicità di chi non ha mai smesso di credere nella magia dei cartoon: «Il mondo dei cartoni animati è quello di chi non vuole smettere di sognare. Io stesso, anche da adulto, continuo a trovarci una gioia che non ha età».

Leggi l’intervista scritta a Pietro Ubaldi su DomaniPress
Guarda il video su YouTube

Da Lucca a Domanipress: queste voci hanno fatto sognare intere generazioni e continuano a ricordarci che i cartoon e i fumetti non appartengono solo all’infanzia, ma restano un linguaggio eterno, capace di unire genitori e figli sotto la stessa magia.

Articolo precedenteGucci Altitude: Jannik Sinner porta il lusso sulle cime innevate
Articolo successivoFrida Opera Musical: la prima al TAM è un trionfo di colori, dolore e poesia
Musica,Cinema,Letteratura,Arte,Luoghi,TV,Interviste esclusive e tanto altro ancora. Domanipress.it