In una città che cambia ritmo ogni giorno come Shanghai, Louis Vuitton sceglie di rallentare e celebrare il viaggio. Lo fa con “The Louis”, un nuovo spazio esperienziale nel cuore pulsante del quartiere degli affari, lungo Wujiang Road. Ma chiamarlo negozio sarebbe riduttivo: è una nave di meraviglie ancorata alla terraferma, progettata per somigliare a una barca che non ha fretta di partire.
All’interno, ogni piano è una tappa di un itinerario che mescola storia, visioni e desideri. I primi due livelli ospitano Visionary Journeys, una mostra firmata da Shohei Shigematsu (OMA) che più che raccontare Louis Vuitton, lo esplora come un atlante emotivo. Ci sono i celebri bauli d’epoca, ma anche profumi che evocano ricordi, cimeli sportivi, pagine letterarie, pezzi iconici di moda. Una wunderkammer del lusso e della memoria, dove ogni stanza è un mondo.
Salendo, si approda a un concept store che ripensa la vendita al dettaglio come esperienza sensoriale: moda uomo e donna, scarpe, accessori, articoli da viaggio – tutto immerso in un’estetica marinaresca, con opzioni di personalizzazione che raccontano Shanghai con timbri, loghi nautici e dettagli poetici. Anche il souvenir diventa oggetto di design, come una cartolina scritta a mano ma pensata da un direttore creativo.
E poi c’è il terzo piano, dove l’esperienza si fa gusto. Le Café Louis Vuitton, firmato dagli chef Leonardo Zambrino e Zoe Zhou, propone un menu che è il riflesso perfetto della città: l’incontro tra Oriente e Occidente. Dim sum e foie gras, pasta artigianale e tè profumati, in un equilibrio sofisticato che non rinuncia al racconto. Perché anche la cucina, da queste parti, è una forma di viaggio.
“The Louis” non è solo uno spazio firmato Vuitton. È una dichiarazione d’intenti: raccontare il lusso come lentezza, memoria e sogno. Una nuova rotta disegnata a mano, con Shanghai come bussola.