Immaginate un’Europa senza studenti con lo zaino in spalla, senza giovani che si incontrano nelle piazze di Madrid, Berlino o Parigi per condividere esperienze, culture e sogni. Difficile, vero? Eppure, se oggi l’Erasmus è sinonimo di avventure, amicizie internazionali e crescita personale, lo dobbiamo a una donna straordinaria: Sofia Corradi, meglio conosciuta come “Mamma Erasmus”.
L’idea che ha cambiato tutto
Era il 1958 quando una giovanissima Sofia Corradi, dopo aver conseguito un master alla Columbia University, si vide rifiutare dalla sua università italiana il riconoscimento del titolo di studio. Uno schiaffo burocratico che, invece di scoraggiarla, accese in lei un’idea rivoluzionaria: creare un sistema che permettesse agli studenti di studiare all’estero senza perdere il valore accademico dei loro studi. Un concetto semplice, ma che all’epoca sembrava utopico.
Sofia, però, non si arrese. Professore di Educazione Permanente alla Sapienza di Roma, passò anni a scrivere, parlare, convincere rettori, politici e burocrati che quella era la strada giusta per un’Europa più unita. Fu una battaglia lunga e spesso frustrante, ma nel 1987 arrivò la vittoria: nasceva ufficialmente il programma Erasmus, acronimo di “European Region Action Scheme for the Mobility of University Students”.
La madre di milioni di studenti
Da allora, l’Erasmus ha cambiato la vita di oltre 13 milioni di studenti in tutta Europa. Ha creato un’intera generazione di giovani che si sentono prima europei e poi cittadini del proprio Paese. Ha trasformato le università, le carriere, le mentalità. Ha fatto nascere amicizie, amori, perfino famiglie.
Sofia Corradi, con il suo sorriso discreto e la determinazione di chi sa di essere nel giusto, ha sempre mantenuto un basso profilo. Ma il suo impatto è stato immenso. Nel 2016 ha ricevuto il prestigioso Premio Carlo V, assegnato dal Re di Spagna a personalità che hanno contribuito all’integrazione europea.
Un’eredità che continua
Oggi, a quasi quarant’anni dalla nascita dell’Erasmus, l’eredità di Sofia Corradi è più viva che mai. Il programma si è evoluto, ha incluso nuove opportunità come Erasmus+, ha abbracciato non solo gli studenti universitari, ma anche insegnanti, formatori e giovani lavoratori. E continua a essere un pilastro fondamentale di quell’idea di Europa che va oltre i confini geografici e politici.
Senza di lei, forse oggi parleremmo di un’Europa più divisa, meno aperta. Senza di lei, milioni di ragazzi non avrebbero vissuto quell’esperienza unica che cambia la prospettiva sulla vita.
E allora, la prossima volta che sentirete parlare di Erasmus, ricordatevi che dietro a ogni partenza, ogni biglietto aereo e ogni serata in un bar di Lisbona o Amsterdam, c’è una donna che ha reso tutto questo possibile. Grazie, Mamma Erasmus.