“La bella Fanny”: l’ultimo romanzo del pluripremiato autore svizzero Pedro Lenz

“La bella Fanny” è l’ultimo romanzo del pluripremiato autore svizzero Pedro Lenz. È un opera introspettiva, che accompagna il lettore alla scoperta dell’anima e della mente di un ragazzo che sta cercando il suo posto nel mondo: Jackpot, il cui vero nome è Frank. La vicenda si svolge nella cittadina svizzera di Olten, circondata da un’aura malinconica e piatta, in cui la vita si svolge sempre con gli stessi ritmi, senza interruzione alcuna, quasi il tempo fosse immobile.

È una narrazione interiore, che mostra come il protagonista stia cercando di trovare il modo per affermarsi, per soddisfare il suo desiderio di diventare uno scrittore e così, finalmente, di poter riscoprire la sua identità. Un ruolo fondamentale in questo suo percorso ce l’hanno due pittori, Louis e Grunz, più anziani di lui, i quali rappresentano la sua coscienza e che fungono da guida non soltanto nel suo percorso per diventare un artista, ma anche nel suo cammino a braccetto con l’amore. Come racconta il protagonista stesso all’inizio del romanzo, narrato in prima persona, un incontro improvviso fuori dall’atelier dell’amico Louis gli ha sconvolto profondamente la vita: quello con la bella Fanny, una ragazza che, si scoprirà poi, studia all’Accademia di Belle Arti, ed è l’allieva prediletta di Grunz.

Questa giovane donna si rivela essere una vera e propria femme fatale, che, con i suoi modi di fare, ammalia profondamente Jackpot; il giovane è infatuato a tal punto che la ragazza diventa una vera e propria fissa, fino quasi a distrarlo dal suo “compito” di portare a termine il suo romanzo. Un’infatuazione che, grazie all’aiuto degli amici pittori, con grande esperienza sia nell’arte che nell’amore, pian piano si affievolisce, rendendo la figura di Fanny, verso la fine del romanzo, una presenza effimera ed evanescente, e permettendo al protagonista di proseguire nella stesura del suo libro d’esordio. Un romanzo al quale, però, manca un incipit, la parte più importante, ma allo stesso tempo più complessa da scovare. È una ricerca che è metafora anche del suo costante anelare verso l’inizio della sua vita vera, una vita da artista, da scrittore affermato, dalla cui penna scaturiscono storie che affascinano la gente.

Tra divagazioni sull’arte e sul passato, che richiamano alla mente l’attivismo dei due pittori durante il ’68, la narrazione si dipana tra le pagine permettendo al lettore di immergersi completamente nel flusso di coscienza del protagonista, che riflette sulla sua vita, sull’arte e sull’amore da un punto di vista quasi disilluso, inesperto e bisognoso di una guida. Una guida che serve a riportarlo alla realtà, a domare la sua irrequietezza giovanile, e a fargli scoprire la dolorosa verità della fugacità dell’amore, così come dell’arte e dell’ispirazione.

Attraverso una scrittura semplice, diretta e agile, Lenz ci fa invece conoscere un animo profondo e complesso, la verità talvolta crudele e amara sull’arte e sulla professione dell’artista, la necessità da parte di un qualsiasi artista di andare oltre il suo vissuto per fare arte nel senso più puro del termine, e l’importanza del saper cogliere la realtà e trasformarla, seguendo il proprio estro, per creare delle opere d’arte degne di questo nome. Allo stesso tempo, il romanzo parla al lettore dell’amore: della sua presenza, ma anche della sua assenza; dell’attesa disperata di un innamorato perché la sua storia con una ragazza stupenda, ma all’apparenza irraggiungibile, inizi; di come l’innamoramento così profondo influenzi l’esistenza intera di qualsiasi persona lo sperimenti.

Passando in maniera prepotente dal discorso diretto, alla narrazione delle vicende, al flusso di coscienza del protagonista, l’autore fa una commistione di quotidiano e colloquiale con riflessioni più profonde sull’esistenza umana, riuscendo a restituire al lettore in maniera esemplare la monotonia della vita di un paese provinciale, dove la quotidianità sembra troppo immersa nei ricordi e nel passato per poter veramente vivere la realtà presente e futura. È una narrazione intrigante, intensa, ma allo stesso tempo brillante e leggera, che coinvolge il lettore senza annoiarlo mai

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