In libreria la vera storia di Martia Basile di Maurizio Ponticello: un romanzo di interesse storico e umano

La vera storia di Martia Basile di Maurizio Ponticello è un romanzo storico incentrato sulla straordinaria figura di una donna realmente esistita, che ha lasciato un segno profondo nel suo tempo. L’autore ha deciso di ripercorrere la storia di Martia Basile per restituirle una verità a lungo negata: la sua triste e ingiusta vicenda era infatti stata narrata in un poemetto da Giovanni della Carretòla, cantastorie napoletano del XVII secolo che era stato testimone oculare delle sue disgrazie, ma nel tempo l’opera era stata travisata e censurata. Per questo motivo Ponticello si è documentato e ha “dialogato” con la donna per darle modo di raccontare finalmente la sua verità. Il romanzo si apre proprio sul personaggio di Giovanni, nel 1631: egli ci fa sapere che sono trascorsi trent’anni prima di poter narrare la penosa storia di Martia Basile, perché è stato troppo il dolore che l’ha scavato dentro, e che l’ha fatto sentire in colpa per non aver tentato di aiutarla. Martia è stata una sposa bambina venduta a un uomo senza scrupoli; a soli dodici anni era già mamma e aveva già conosciuto il fiele dell’esistenza.

È stata poi maltrattata, violentata e umiliata per gli otto anni seguenti, non solo da suo marito ma anche da diversi uomini privi di morale, cresciuti in una società dove la donna non aveva alcun valore. Il romanzo di Ponticello è di grande attualità nonostante sia ambientato nel Seicento, perché punta l’attenzione sul tema della violenza sulle donne, e su un mondo maschilista che le schiaccia come uno stivale fa con un fiore. Ma l’opera è anche un invito a trovare la forza di ribellarsi: nella storia di Martia, infatti, ampio spazio ha la descrizione della volontà di ferro della donna, della sua capacità di rialzarsi dopo ogni caduta e del suo incredibile coraggio.

Nonostante ella non abbia praticamente mai conosciuto l’amore ma solo la cattiveria umana, ci si stupisce non poco di come abbia trovato da sola le risorse per proteggersi e per camminare a testa alta. Ma proprio la sua incredibile forza ha decretato la sua fine: stanca delle vessazioni del marito, lo ha ucciso per non soccombere più alla sua brutalità. Incarcerata e processata non solo con l’accusa di omicidio ma anche di stregoneria, colpevole solo di aver combattuto per il diritto a essere libera e rispettata, è stata condannata a morte e decapitata. Ed è poi spettato al menestrello napoletano narrare la sua breve esistenza, fatta di dolore e di perdita ma anche di profondo amore per la vita. Piergiuseppe Vaudo.

 

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