Il ritorno di Sdentato: “Dragon Trainer” prende vita con un live action emozionante, epico e profondamente umano

Nel cuore dell’estate cinematografica, dominata da remake e revival, una vecchia conoscenza alata plana sul grande schermo. E lo fa con il fragore di un battito d’ali carico di emozione, nostalgia e, sorprendentemente, autenticità. È Dragon Trainer, la nuova incarnazione in live action della saga fantasy tratta dai romanzi di Cressida Cowell, che aveva già fatto sognare milioni di spettatori in forma animata grazie alla DreamWorks. A dirigerla, ancora una volta, Dean DeBlois, che prende per mano lo spettatore e lo riporta sull’isola di Berk, dove draghi e vichinghi vivono tra guerra e tenerezze, fra mito e crescita personale.

A partire dal 13 giugno, distribuito da Universal Pictures, Dragon Trainer torna nelle sale italiane con volti in carne e ossa, restituendo in modo sorprendentemente tangibile l’universo che per anni abbiamo visto prendere vita solo grazie al digitale. Mason Thames è Hiccup, l’adolescente impacciato e geniale che non riesce a incarnare il figlio ideale del temibile Stoick l’Immenso, interpretato — come nella versione animata — da un monumentale Gerard Butler. A dare forma e sguardo alla co-protagonista Astrid, figura chiave nell’emancipazione del giovane Hiccup, è una strepitosa Nico Parker: occhi intelligenti, presenza magnetica, Parker riesce a far emergere il cuore combattivo e tenero della guerriera che tutte le ragazze vorrebbero essere e che tutti i ragazzi sognerebbero di avere al proprio fianco.

Il film non tradisce l’anima della trilogia originale: DeBlois costruisce una fedeltà quasi filologica alla narrazione animata, aggiungendovi però uno strato di intensità visiva e fisica che solo il live action può offrire. Il primo incontro fra Hiccup e il leggendario drago Furia Buia – che verrà poi ribattezzato Sdentato – è un piccolo gioiello di empatia silenziosa, un duetto senza parole che parla a ogni spettatore. È da quell’incontro che germoglia una ribellione dolce: quella di un figlio che smette di voler essere ciò che il padre desidera, e comincia finalmente a diventare se stesso.

Con un cast ricco di volti interessanti — da Nick Frost a Julian Dennison, da Ruth Codd a Bronwyn James — il film gioca in equilibrio tra ironia, adrenalina e commozione. Ma sono soprattutto le sequenze aeree, quelle vertiginose cavalcate nei cieli con draghi che sembrano respirare, fremere, vivere, a lasciare davvero senza fiato. Dietro tutto questo, un lavoro certosino sugli effetti speciali: non solo CGI, ma anche modelli reali, dettagli tattili, costruzioni scenografiche che rendono i draghi creature credibili, vere, quasi tangibili.

“Abbiamo voluto che i draghi sembrassero veri, parte integrante del regno animale, come i dinosauri in Jurassic Park”, ha spiegato DeBlois durante l’anteprima americana. “Volevamo che lo spettatore sentisse di volare insieme a loro, davvero, non solo con la fantasia”.

E ci riesce. Perché Dragon Trainer non è solo un fantasy per ragazzi, non è solo un blockbuster per famiglie. È una storia che parla a ogni età, con una delicatezza disarmante. Racconta quanto possa essere faticoso crescere, essere diversi, deludere le aspettative e al tempo stesso superarle. E lo fa con il candore epico di un’amicizia improbabile, nata nel silenzio di uno sguardo fra un ragazzo e un drago.

Sdentato è tornato. E stavolta è più reale che mai.

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