C’è una nuova icona nell’immaginario collettivo, e indossa pantaloni rosa. Dopo aver conquistato pubblico e critica con il film distribuito da Netflix a maggio 2025 — dove è rimasto stabilmente in top ten per oltre un mese e mezzo — Il ragazzo dai pantaloni rosa si prepara a salire sul palcoscenico nella forma più emozionante e viscerale che l’arte conosca: il musical.
Diretto da Esa Manes e presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma il 24 ottobre 2024, il lungometraggio ha avuto un percorso inusuale e coraggioso. Prima ancora di approdare in streaming, è stato protagonista di un tour nelle scuole italiane, diventando oggetto di dibattito, riflessione e confronto tra studenti, insegnanti e genitori. E da lì, qualcosa è cambiato: Il ragazzo dai pantaloni rosa non è più solo un film, è diventato un simbolo.
Le due nomination ai David di Donatello — miglior sceneggiatura adattata e premio David Giovani — e la candidatura ai Nastri d’Argento per la miglior canzone originale, sono il riconoscimento formale di un successo che era già esploso nei cuori di chi lo ha visto. Ma ora la sfida si sposta a teatro, dove la forza della storia si amplifica grazie a una colonna sonora travolgente: ad accompagnare le scene sarà proprio “Canta ancora”, la struggente ballata interpretata da Arisa, già considerata il cuore emotivo del film. Il brano sarà l’anima sonora del musical, arricchita da un mosaico di hit della musica leggera italiana degli ultimi anni — quelle che popolano le playlist degli adolescenti e che, ora, si tingono di significati nuovi, risuonando tra scenografie e coreografie in perfetto stile jukebox musical.
Non è un caso. La scelta di una colonna sonora contemporanea, giovane, popolare, è parte integrante di una strategia chiara: far sì che i “pantaloni rosa” diventino ciò che le scarpette rosse sono per il femminicidio, o il nastro rosso per la lotta all’AIDS. Un simbolo. Un gesto. Un colore che si carica di significato. Il rosa come bandiera di chi prende posizione, di chi sceglie di stare dalla parte dei più fragili. Contro il bullismo, contro il cyberbullismo, contro ogni forma di esclusione.
Nel tempo dell’odio in rete e delle identità calpestate, il musical vuole parlare ai ragazzi nel loro stesso linguaggio: quello della musica, del teatro, delle emozioni condivise in una platea. E vuole lasciare un messaggio: c’è forza nell’essere diversi, coraggio nel non nascondersi, bellezza nell’empatia. E a volte, basta un paio di pantaloni rosa per ricordarcelo.