Siamo a fine Ottobre. Dal momento che è il mese che coincide con halloween, è tradizione dare un occhio in più a tutti i giochi di genere Horror.
Devo dire che le uscite horror di quest’anno sono state poche e non molto acclamate. Dal momento che i tempi in cui viviamo sono, come dire… turbolenti, giochi incentrati su elementi votati a giocare su emozioni come terrore e angoscia sono leggermente scesi di moda. Da un lato è comprensibile, ma dall’altro è un peccato perché molti altri titoli (giochi indie più che altro) che non si fanno timidezze nel gettare il giocatore nella paura e nella tensione finiscono per passare sotto il livello del radar e alcuni sono davvero interessanti.
Quindi, se siete ancora abbastanza audaci da gettarvi volontariamente in un incubo ad occhi aperti interattivo per puro divertimento, ecco cinque titoli relativamente nuovi che potrebbero non solo spaventarvi, ma anche stupirvi.
1) Total Chaos Director’s Cut
Tecnicamente parlando Total Chaos Director’s Chaos non è un gioco a sé ma è una “mod” di Doom 2 (sì, il Doom 2 del 1994, quello con tutta la grafica a pixel con modelli bidimensionali). Ma si nota subito che questo gioco non sembra Doom 2, anzi, non c’entra proprio per niente. Ha una grafica 3D con sound e modelli originali.
Questo titolo è un progetto realizzato da una singola persona in Nuova Zelanda (nickname sulla rete: WadaHolic) che, anno dopo anno ha lavorato a versione dopo versione fino ad arrivare al prodotto finale odierno.
Ora, come il Signor WadaHolic sia riuscito ad arrivare al risultato attuale con Total Chaos partendo da un gioco vecchio di trent’anni, non ne ho idea, non sono un programmatore, quindi posso solo rispondervi: “magia nera”.
Se lo volete non dovete nemmeno sganciare del denaro, non dovete fare altro che andare su “moddb.com” cercare “Total Chaos Doom II mod” e scaricare il file più recente sulla pagina. Poi si installa normalmente come qualsiasi altro videogioco. Tutto completamente gratis.
Quindi, che cos’è Total Chaos DC? E’ un survival horror immersive-sim studiato per gelarvi il sangue nelle vene.
Siamo un protagonista senza voce né nome attirato sull’isola di Fort Oasis, una colonia mineraria abbandonata da più di vent’anni, da una criptica richiesta di aiuto. In poco tempo sarà chiaro che su quest’isola c’è qualcosa di “sbagliato”.
L’ambientazione di Total Chaos è quanto di più claustrofobico e opprimente possiate immaginare. Il gioco si snoda in 6 “Capitoli” e ognuno ha un suo stile, ma che si tratti dell’interno squadrato di una fabbrica, un ospedale o un cimitero all’aperto tutto è reso in una patina così grigia e decadente da far sembrare Silent Hill un resort vacanze.
Se c’è qualcosa che aiuta a tenere insieme tutta l’atmosfera è il sound desgin. Certo, la grafica e il gameplay sono suggestivi ma, mio dio, Total Chaos ha una gestione del sonoro assolutamente stellare. Vi consiglio di giocarci con delle buone cuffie.
Abbiamo una visuale in prima persona e dovremo farci largo tra mostri, labirinti, trappole e calamità sovrannaturali.
Per farlo dovremo gestire le scarse risorse che il gioco ci concederà con il contagocce e comprendere a fondo le meccaniche di gioco. Per esempio: In questo gioco ci sono mostri che possiamo “uccidere” con pistole e fucili, ma dal momento che le munizioni sono estremamente scarse (e sottolineo: davvero scarse) spesso la soluzione migliore sarà evitarli o eliminarli in maniera più “economica”. Il gioco ha un vasto sistema per assemblare oggetti, ma possiamo anche raccogliere da terra robe come bottiglie, mattoni o semplici sassi e tirarli contro i nemici.
In questo gioco, l’ultima risorsa è prendere i nemici a sassate, le armi da fuoco sono un lusso.
Possiamo anche trovare o assemblare armi da corpo a corpo, che variano dal più comune “coltello da prigione” fino a un ascia da pompiere.
La regola aurea è “esplora e saccheggia”, Total Chaos ne fa un elemento portante: dobbiamo ragionare come uno sciacallo, raccogliere da ogni antro le magre risorse, stringere i denti e provare a sopravvivere.
C’è di mezzo anche un sistema che misura la “fame” del nostro personaggio, quindi dovremo fare attenzione alle nostre scorte di cibo. Se dovreste trovarvi alle strette ricordatevi che staccare pezzi di carne da un mostro ucciso è una tattica valida e approvata per farsi una bistecca.
Oltre a questo avrete a che fare con radiazioni, ferite sanguinanti, danni “mentali” (perché alcuni nemici faranno “impazzire” il nostro personaggio) e molto altro.
Non è un sistema complicato. Tutte le meccaniche implementate sono varie ma facilmente comprensibili. La sfida non è imparare a usarle, la sfida è usarle mentre siete intrappolati in un labirinto senza uscita con un mostro a pochi metri di distanza che sta annusando il vostro odore.
Piccolo dettaglio: nel momento che aprirete il vostro inventario per gestire tutti gli oggetti a vostra disposizione il gioco NON andrà in pausa. Il che vuole dire che un mostro vi potrà mangiare la faccia mentre state contando quante scatolette di tonno vi sono rimaste. Non sarete mai al sicuro.
Questo gioco vi opprimerà senza pietà dall’inizio alla fine, vi schiaccerà un pezzo per volta sotto una pressa di costante tensione e sconforto, e c’è una storia dietro a quest’incubo. Non voglio fare spoiler, ma credetemi che non renderà il tono generale più piacevole, dal momento che tratta temi come la solitudine, l’assuefazione e la depressione.
2) Gloomwood
Gloomwood è un gioco targato New Blood Interactive sbarcato su Steam in Early Acess il 6 settembre di quest’anno, da allora ha avuto un po’ di update ma siamo ancora lontani dalla versione definitiva. Detto questo è perfettamente giocabile e, almeno per quanto riguarda la mia opinione personale, quello che c’è è già abbastanza per giustificare il prezzo dell’acquisto (meno di venti sacchi, tra l’altro in questo periodo è in saldo, per dire).
In questo gioco impersoniamo un personaggio (anche qui, senza nome) con la missione di investigare nella cittadina di Gloomwood, dove stanno succedendo cose strane, oscure e malvagie.
E per la storia non c’è molto altro da dire.
La critica più frequente che si sente a proposito di Gloomwood è che è ancora in Early Acess. Questo gioco implora di essere esplorato e goduto appieno ma per ora è, purtroppo, ancora un prodotto incompleto.
Gloomwood si distingue prima di tutto per il suo stile filo-vittoriano. Oltre alla palese ispirazione presa da titoli come la saga di Thief, ogni elemento riporta allo stile europeo di fino ottocento: la nostra arma da mischia è un bastone da passeggio (con lama nascosta), la nostra torcia è una lanterna ad olio, i primi nemici che incontreremo ostentano indumenti come tube e cappotti lunghi dell’epoca e le nostre armi da fuoco hanno un che di “old style”.
Similmente a Total Chaos, anche qui dovremo gestire poche risorse e farci strada tra i vari livelli (anche se non in maniera così impietosa) e sfruttare furtività e strategia per mettere al tappeto i nostri nemici.
Il gioco fa un eccellente lavoro nel metterci in situazioni diverse con nemici che agiscono in maniera differente: a volte saremo in grado di agire facilmente di soppiatto e a volte sparargli in faccia sarà l’opzione più valida.
Gloomwood non obbliga il giocatore ad agire in un modo specifico, a seconda delle nostre opzioni o il nostro gusto, potremo affrontare ogni insidia come più riteniamo necessario.
Anche se è un gioco che dà una particolare enfasi sulle meccaniche stealth, pugnalare in corpo a corpo i nemici, sparargli o mettere su imboscate a base di barili esplosivi sono tutte opzioni sempre sul tavolo. E’ un gioco che premia creatività, spirito di osservazione e esplorazione (sopratutto esplorazione).
Gloomwood è un titolo con carisma da vendere e anche se il tono horror generale è palese, non è poi così angosciante. Se volete un buon titolo immersive-sim ma pensate che Total Chaos sia un po’ troppo pauroso, Gloomwood è quello che vi serve.
3) Scron
Scron è un titolo davvero particolare.
In Scron siamo un protagonista completamente anonimo (l’unica informazione sicura che posso fornirvi è che siete un umano) che si ritrova senza alcuna ragione intrappolato in un… ambiente alieno.
Siamo in un astronave? In una fabbrica? Un pianeta? Siamo stati rapiti? Siamo volontari? Siamo cloni? Tutto questo è reale? L’umanità è stata distrutta? Non lo so, il gioco non lo dice e non aspettatevi alcuna spiegazione o delucidazione di sorta. Il gioco non ci dice proprio niente e non ci dà alcun indizio su cui fare congetture sensate.
Le uniche parole comprensibili sono quelle che leggerete nel menu principale prima di iniziare una nuova partita. Per il resto sarete completamente ignoranti su qualsiasi altro aspetto del gioco in termini di storia o background.
Cosa dobbiamo fare in Scorn? Semplicemente… procedere in questo strano mondo, risolvere puzzle dopo puzzle e arrivare in fondo fino al criptico e incomprensibile finale. In Scorn esistono si delle meccaniche di “combattimento” ma i nemici sono pochi e ucciderli, in generale, non è centro del gameplay (non è nemmeno difficile). Sono solo un altro ostacolo da affrontare, il vero succo di Scron sono i puzzle e l’esplorazione.
Domanda del secolo: cosa è che rende Scorn così suggestivo? Risposta: l’ambientazione.
Tutto, dall’architettura ai macchinari ai nemici è ispirato al lavoro dell’artista polacco Zdzisław Beksiński. Lo conoscete? No? Beh, è l’uomo dietro il design malato degli elementi alieni nella Saga di film “Alien” di Ridley Scott.
In sintesi abbiamo a che fare con un mondo la cui tecnologia è un ibrido tra organico e artificiale. Mi spiace non poter essere più chiaro ma il design di Scron è davvero difficile da spiegare a parole. E’ chiaramente tutto composto da materia “organica” ma al tempo stesso tutto funziona come una macchina. Nessuna di queste macchine svolge un ruolo che può essere compreso dal nostro piccolo e ignorante cervello umano. Come il lavoro dell’artista cui è ispirato spesso gli elementi di Scron hanno una specie di allusione a qualcosa cui possiamo vagamente comprendere. A volte questo mondo agirà in maniera gratuitamente violenta, altre volte con allusioni… sessuali.
Mi spiego: non parlo di sesso in termini pornografici o romantici ma come… se mi passate il termine: “meccanica-di-riproduzione-organica”, con macchinari dalle sembianze di certi organi che si inseriscono in altri organi (capite cosa intendo?).
Scron non richiede un gran sfrozo a livello di abilità o comprensione del gameplay. Tuttavia vi garantisco che, dall’inizio alla fine non potrete fare a meno di chiedervi “cosa cavolo sto guardando?”.
Conclusione: a livello di gameplay le meccaniche di Scron sono “meh, okay”, ma a livello di ambientazione è qualcosa uscito dalla più malata, geniale e imperscrutabile delle menti.
4) Barotrauma
Barotrauma è un gioco indie che, ancora una volta, è in Early Acess. Tuttavia è un gioco completo, godibile dall’inizio alla fine (certe meccaniche sono ancora in fase sperimentale e potrebbero cambiare in futuro).
Questo gioco è un “survival Horror Subarine Simulator co-op in 2D”.
Barotrauma è ambientato su Europa (il quarto satellite di Giove, il quinto pianeta del nostro caro vecchio Sistema Solare). Per chi non lo sapesse la superficie di Europa è interamente ricoperta da uno spesso strato di ghiaccio e, sotto di esso, si stende un immenso oceano (cosa c’è in questo oceano? Boh. La scienza moderna ha solo teorie da offrire in merito).
In Barotrauma questo oceano è stato colonizzato dall’uomo e sono presenti numerosa colonie sottomarine e i principali mezzi di trasporto e comunicazione sono (ovviamente), sommergibili.
Nella storia che dà origine al mondo di Barotrauma, a un certo punto, per cause assolutamente ignote e inspiegabili, Europa perde di colpo ogni contatto con la Terra e la sua popolazione è intrappolata per sempre nelle profondità dei suoi abissi, condannata a una perenne lotta per sopravvivenza.
In Barotrauma i giocatori (esiste anche una modalità a giocatore singolo, ma il vero succo del gioco è la modalità multigiocatore in cooperativa) sono chiamati a impersonare un membro dell’equipaggio di un sommergibile e incaricati di svolgere una serie di missioni che variano da consegne di materiale da una colonia all’altra, esplorazione nelle oscure profondità abissali a caccia di tesori o relitti o trasporto passeggeri.
Ogni membro dell’equipaggio ha un compito da svolgere (se siete fan di film come “caccia all’ottobre rosso” vi sentirete subito a casa), dalla manutenzione del motore, al medico di bordo fino all’addetto alla sicurezza.
E tutti devono collaborare per portare a termine la missione e sopravvivere alle insidie che infestano le profondità di Europa. In ogni missione, un qualsiasi numero di imprevisti potrà verificarsi: mostri marini grandi come autobus, infiltrazioni di mostri stile Alien, guasti meccanici, falle nello scafo, epidemie a bordo, pirati, collisioni improvvise, non c’è modo per prevedere quello che vi troverete ad affrontare. A volte la sfida sarà pilotare in maniera efficace il nostro sottomarino per fuggire o combattere l’equivalente alieno di un calamaro gigante, a volte si tratta di riparare un guasto, a volte di respingere degli intrusi a bordo.
Barotrauma è un gioco ambientato negli abissi e come ogni abisso che si rispetti usa la sua più potente arma per incuterci terrore e paura: l’ignoto.
Divertente in giocatore singolo (dove potremo dare ordini ai membri dell’equipaggio gestiti dalla IA o cambiare da uno all’altro e gestirli in prima persona), spassoso in co-op, fantastico se giocato con amici. Imparare a giocare a Barotrauma non è la cosa più facile del mondo, ci sono svariate meccaniche e dettagli da apprendere ma è fattibile. Soltanto, rassegnatevi al fatto che la vostra prima sessione di gioco sarà soltanto di “apprendimento”.
Ne vale la pena? Se avete venticinque euro che vi avanzano ne vale la pena.
5) Weird West
Weird West è un RPG a visuale Isometrica in tempo reale pubblicato dalla Devolver Digital.
Il mondo di Weird West è come il selvaggio West: con banditi, revolver, sceriffi, indiani, cavalli, whiskey e poker. Ma a questi elementi dovete sommare cose come streghe, zombi, lupi mannari, spettri e chi più ne ha più ne metta.
Sia chiaro che Weird West non è il selvaggio West che conosciamo invaso da fenomeni paranormali. In Weird West tali elementi sono un fatto diffuso e accettato cui nessuno ne dubita l’esistenza.
La storia si snoda attraverso cinque personaggi e ogni loro avventura compone un capitolo che andrà a comporre il puzzle narrativo della strana e bizzarra storia che Weird West ha da raccontare.
Oltre a questo, abbiamo il mondo di gioco: ci sono location da esplorare, città da visitare, quest secondarie, un sistema di “reputazione” che misurerà il nostro rapporto con la Legge, insomma: il pacchetto completo che ci si può aspettare da un buon RPG.
Il combattimento e le azioni di gioco in generale puntano molto su caratteristiche tipiche del genere western, ciò che le rende divertenti è la quantità di opzioni con cui possiamo interagire con l’ambiente e come tutto sia reso in maniera “cinematografica”: possiamo sfondare le porte a calci, spingere i nemici giù da alture e precipizi, raccogliere e lanciare oggetti o usare le abilità del nostro personaggio per dimostrare al mondo chi è la pistola più veloce del West.
Weird West è un rpg che non tenta di reinventare il genere, ma cerca di usare i suoi elementi in maniera originale. Il setting, la storia e i personaggi sono l’aspetto più riuscito e riescono a tenere insieme l’atmosfera “Cowboy VS Zombie” in maniera perlopiù efficace. Suggerisco di dare uno sguardo al trailer e a qualche schermata di gioco. Se lo stile e l’ambientazione vi riescono a sedurre allora potrebbe fare per voi, ma a livello di gameplay, nonostante la varietà che cerca di offrire, non è che ci sia molta profondità. Weird Westè un titolo che cerca di sperimentare su molti aspetti del genere lesinando su altri, quindi se siete veri appassionati di rpg vi dico “forse”, perché alcune scelte potrebbero farvi storcere il naso, ma se siete più interessati alla storia che alla sfida allora sì, posso raccomandarlo.
Francesco Viglione