C’è un silenzio inedito aleggiare su Milano, e non è solo quello sospeso dei cortili di Brera sotto il sole cocente. È l’assenza di Giorgio Armani – “Re Giorgio” – a segnare l’avvio di una settimana della moda maschile che più che mai riflette le tensioni e le trasformazioni del nostro tempo.
La Milano Fashion Week Uomo, in scena da venerdì 20 a martedì 24 giugno 2025, raccoglie il testimone da Pitti Immagine e inaugura la stagione delle collezioni primavera-estate 2026. In calendario: grandi maison, nuovi nomi, spazi riservati ai giovani e un’agenda essenziale, forse per necessità, forse per respirare meglio sotto un sole torrido che non dà tregua.
L’assenza che fa rumore: Giorgio Armani
Proprio in queste ore, la maison Armani ha confermato ufficialmente l’assenza dello stilista alle due sfilate uomo più attese: quella di Emporio Armani, in programma sabato, e quella della linea principale Giorgio Armani, prevista per lunedì 23 giugno.
Il motivo è una convalescenza che lo stilista sta osservando nella sua abitazione, a seguito di un recente ricovero per accertamenti presso la clinica La Madonnina di Milano. La comunicazione della casa di moda rassicura sullo stato di salute e soprattutto sulla continuità creativa dello stilista: «Il signor Armani ha lavorato con la consueta dedizione alle collezioni che verranno presentate». Non sarà fisicamente presente, ma seguirà ogni fase dell’organizzazione. A sostituirlo nel momento simbolico del saluto finale sarà Leo Dell’Orco, storico responsabile delle linee maschili e suo fidato collaboratore.
Il calendario: cinque giorni tra celebrazioni e nuovi orizzonti
L’apertura è affidata a Fiorucci, che sfila per la prima volta alla Fashion Week Uomo. A seguire, sabato alle 17, è il momento di Paul Smith. Il fine settimana è costellato da nomi di peso: Dolce&Gabbana, Emporio Armani, Prada, con la sfilata Giorgio Armani a concludere, come da tradizione, il lunedì.
Venerdì riflettori accesi anche su Brunello Cucinelli e MSGM, mentre sabato sarà la volta di Jacob Cohën, che festeggia i 40 anni dalla nascita del brand. Domenica non rallenta: tornano Tod’s ed Etro, e si segnano due momenti importanti per il settore maschile con il ritorno di Bally e l’esordio di Vivienne Westwood nel calendario uomo milanese.
Giovani designer e spazi alternativi
Grande attenzione viene riservata ai giovani creativi. Camera Moda ha destinato uno spazio presso la Fondazione Sozzani a designer emergenti, accanto ai nomi storici della settimana: in passerella Pronounce, Simon Cracker, David Catalàn e Miguel Vieira, mentre Mtl Studio, Cascinelli e Lessico Familiare presenteranno le proprie collezioni nel medesimo spazio.
La Fondazione Sozzani ospiterà anche iniziative culturali, tra cui la mostra AGGLOMERATI e Forma Aperta, uno spazio educativo che attraverso la proiezione de “Il Digiuno” esplorerà la coesistenza tra bellezza e violenza, con materiale d’archivio e found footage.
Tra i nuovi volti, apre la settimana la prima sfilata fisica di Setchu, brand giapponese vincitore del premio LVMH 2023 e del Camera Moda Fashion Trust Grant 2023. In programma anche il debutto del brand PDF di Domenico Formichetti, oltre alle sfilate di Paul Smith, del brand londinese di origine araba Qasimi, Saul Nash e Dunhill tra sabato e domenica.
Per le presentazioni, si segnalano i debutti di Cascinelli, Leonardovalentini, Meriisi, Rowen Rose e Uma Wang.
Un martedì digitale e lo sguardo al futuro
La giornata di martedì 24 giugno sarà interamente dedicata alle presentazioni digitali. In programma: Carnet-Archive, Rkive City, Victor Hart, il brand caraibico-multiculturale Sagaboi e, per la prima volta, il marchio indiano Outbreak Lab, inserito nel calendario digitale ufficiale.
Numeri, incertezze e orgoglio italiano
Se l’anno scorso i ricavi della fashion week si aggiravano intorno ai 185 milioni di euro, oggi l’industria vive una fase di incertezza. La Camera Nazionale della Moda Italiana segnala un calo nel saldo commerciale nei primi mesi del 2025: 4,2 miliardi di euro, in diminuzione di 1,1 miliardi rispetto allo stesso periodo del 2024, con una flessione stimata tra il 3,8% e il 5,2%.
Un contesto difficile, segnato da crisi geopolitiche, conflitti internazionali e dazi doganali che influiscono sull’export e sulla competitività del made in Italy. Ma c’è chi non perde fiducia. Come Elena Buscemi, Presidente del Consiglio comunale di Milano: «La moda italiana non è solo un orgoglio cittadino e nazionale sinonimo di storia, innovazione e cultura nel mondo, ma è un comparto decisivo dell’economia del nostro Paese».
E non è un caso se, oltre alla moda, si inizia già a parlare delle Olimpiadi Invernali del 2026, che coinvolgeranno proprio Milano e Cortina. Perché la moda, come lo sport, ha bisogno di visione, preparazione e tenacia. E Milano, ancora una volta, è pronta a sfilare in prima linea.