Sabato 26 aprile alle 10, sul sagrato della Basilica di San Pietro, il mondo intero renderà omaggio a Papa Francesco. Attese oltre 200mila persone, dieci delegazioni straniere e cinque giorni di lutto nazionale. La Capitale blindata per l’ultimo saluto al papa dei gesti rivoluzionari.
Roma si ferma. E si veste di bianco, silenzio e commozione per salutare Papa Francesco, il pontefice argentino che ha cambiato il volto della Chiesa con parole semplici, telefonate inaspettate e abbracci mai protocollari. Le esequie, previste per sabato 26 aprile alle 10, sul sagrato della Basilica di San Pietro, si annunciano tra le più imponenti del secolo.
Sono attesi almeno 200mila fedeli nella Capitale, accanto a una schiera imponente di leader politici, religiosi e sovrani da tutto il mondo. Le conferme, giorno dopo giorno, arrivano fitte come i rosari tra le mani dei pellegrini: da Donald Trump a Volodymyr Zelensky, da Emmanuel Macron al principe William, tutti in fila per l’ultimo saluto a Jorge Mario Bergoglio.
Un’Italia unita nel lutto
A rappresentare il Paese ci saranno la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni – che ha annullato un viaggio in Uzbekistan e Kazakistan – e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, già recatosi a Santa Marta per rendere omaggio al feretro del papa. In Parlamento, la commemorazione ufficiale si è tenuta martedì 23 aprile. Il Consiglio dei ministri ha dichiarato cinque giorni di lutto nazionale. Un tempo sospeso in cui ogni evento, ogni celebrazione – anche l’anniversario della Liberazione del 25 aprile – si svolgerà in forma ridotta, “con la sobrietà che la circostanza impone”, ha dichiarato il ministro Musumeci.
Come nel 2005, un addio solenne
Il precedente più vicino per portata e protocolli risale al funerale di Giovanni Paolo II, l’8 aprile 2005. Anche allora, Roma si trasformò in capitale planetaria della fede, in un teatro a cielo aperto per l’ultimo atto di un pontificato epocale. Allora, come ora, i dignitari saranno disposti in ordine alfabetico secondo la nomenclatura francese, seguendo i rigidi protocolli diplomatici.
Sicurezza e organizzazione
Il governo ha stanziato 5 milioni di euro per garantire la sicurezza della città, affidando il coordinamento delle operazioni a Fabio Ciciliano, Capo del Dipartimento della Protezione Civile. A Roma sono previste misure straordinarie: zone rosse, controlli, accessi scaglionati e l’attivazione di tutte le forze dell’ordine.
Una città in pellegrinaggio
Roma, in questi giorni, non è solo Roma. È Gerusalemme, Buenos Aires, Assisi, Nairobi, Manila. È ogni parrocchia, ogni missione, ogni voce che Papa Francesco ha ascoltato, accolto, difeso. I fedeli arrivano da ogni parte del mondo. Alcuni in pullman. Alcuni a piedi. Alcuni in silenzio, con una rosa. Altri con un biglietto stretto in mano e la speranza di vederlo ancora, anche solo un istante.
È l’ultimo saluto a un uomo che ha scompaginato i rituali, abbattuto le distanze, lasciando un’eredità spirituale che va oltre la religione.
È il funerale di Papa Francesco. Ma è anche, e soprattutto, la celebrazione di una rivoluzione gentile.