MILANO 30 OTTOBRE – Il Teatro Arcimboldi di Milano si è acceso di suggestioni messicane, ospitando la prima assoluta di Frida Opera Musical. Un debutto che non è stato semplice spettacolo, ma rito collettivo, capace di trascendere il musical per trasformarsi in un’esperienza emotiva totale.
Un progetto ambizioso e visionario
A firmare il progetto, Andrea Ortis (regia e co-scrittura con Gianmario Pagano) e Vincenzo Incenzo per le musiche e le liriche, con la partecipazione straordinaria di Drusilla Foer nei panni della Catrina, figura simbolica della morte nella cultura messicana, ironica, elegante e vitale come la stessa Frida.
Ma questo spettacolo non è un semplice omaggio: è un’esperienza immersiva che unisce la potenza del teatro musicale alla forza visiva della pittura, grazie anche alla collaborazione con il Museo Frida Kahlo “Casa Azul” e il Museo Diego Rivera Anahuacalli di Città del Messico, con il patrocinio dell’Ambasciata del Messico in Italia.
Una regia che intreccia vita, arte e mito
La regia di Andrea Ortis, che interpreta anche Diego Rivera, ha scelto di non indulgere in facili stereotipi, ma di raccontare Frida Kahlo in tutta la sua complessità. La narrazione si muove su tre livelli: la biografia (con il dolore, l’amore e le battaglie di Frida), il contesto storico e politico del Messico post-rivoluzionario e il rapporto universale tra vita e morte. L’intreccio funziona, sorretto da una drammaturgia che non si limita al ritratto iconico, ma entra con precisione nel tessuto culturale del Novecento.
Federica Butera: una Frida senza retorica
Nel ruolo di Frida Kahlo, Federica Butera convince per autenticità e misura. Evita le trappole del manierismo e regala un’interpretazione fragile e potente al tempo stesso. La sua voce porta in scena un dolore che non è mai autocompiaciuto, ma che diventa linguaggio universale. La sua Frida è donna prima che icona: sanguigna, vulnerabile, capace di trasformare le cicatrici in colori. È proprio questa tensione tra fragilità e resistenza a commuovere il pubblico, che più volte durante la serata ha accompagnato le sue performance con applausi a scena aperta.
Drusilla Foer: la rivelazione della Catrina
Il cuore simbolico dello spettacolo è La Catrina, affidata a Drusilla Foer, che offre una delle interpretazioni più magnetiche della sua carriera. Elegante e ironica, austera e leggera, la sua Catrina diventa voce narrante e coscienza scenica. Foer domina il palco con presenza scenica e intelligenza, trasformando ogni intervento in un momento di sospensione poetica. La sua figura, ponte tra i vivi e i morti, restituisce allo spettacolo un respiro universale e dona al pubblico una riflessione attualissima: «Divorate la vita, abitatela, non vivetela all’insaputa di voi stessi». Un monito che esce dal personaggio per farsi messaggio.
Un impianto scenico visionario
Dal punto di vista visivo, Frida Opera Musical convince per coerenza e ambizione. Le proiezioni di Virginio Levrio ricostruiscono l’immaginario pittorico di Frida e Rivera con impatto cinematografico, mentre le scene di Gabriele Moreschi e le luci di Valerio Tiberi creano un costante gioco di contrasti: buio e luce, rosso e nero, dolore e speranza. I costumi di Erika Carretta sono una festa di simboli e colori, che citano il Messico tradizionale senza scivolare nel folcloristico.
Le coreografie di Marco Bebbu sono forse l’elemento meno dirompente, ma hanno il merito di amalgamarsi con la partitura musicale di Incenzo, che spazia con coraggio tra generi diversi, dal lirico al popolare, con momenti di intensa forza corale.
Un cast corale che convince
Oltre ai protagonisti, il cast si distingue per compattezza e credibilità. Tra le performance più apprezzate, quelle di Antonello Angiolillo e Floriana Monici, che hanno dato spessore ai ruoli secondari senza scivolare nel decorativo. Il lavoro corale ha dato ritmo e dinamismo alla messa in scena, restituendo un senso di comunità che ben si lega all’universo di Frida.
Un trionfo accolto dal pubblico
La prima si è chiusa con dieci minuti di applausi, che hanno premiato l’audacia della produzione e la qualità artistica della compagnia. Non era scontato: trasformare in musical una figura come Frida Kahlo poteva facilmente cadere nell’agiografia o nella superficialità. Invece, Frida Opera Musical ha scelto la strada più difficile: rispettare la verità, anche quando scomoda.
Il verdetto
Frida Opera Musical non è un musical tradizionale: è un affresco teatrale che unisce biografia, arte e mito. Uno spettacolo che parla di dolore come possibilità, di morte come colore, di arte come resistenza.
La prima milanese ha dimostrato che la sfida è stata vinta: non un’operazione commerciale, ma un’opera viva, che restituisce a Frida la sua essenza più autentica.
⭐ Voto: 9/10 – Frida Opera Music riesce nell’impresa più difficile: trasformare il dolore in bellezza senza tradirne la verità.





