Enigmi imprevedibili e colpi di scena per Ambra Angiolini e Giorgio Pasotti, insieme per la seconda stagione de “Il Silenzio dell’Acqua”

Al via venerdì 27 novembre, in prima serata su Canale 5, la seconda stagione de “Il Silenzio dell’Acqua” che vede ancora una volta protagonisti Ambra Angiolini e Giorgio Pasotti.
La serie, una co-produzione tra RTI e Garbo Produzioni, realizzata con il sostegno di Friuli Venezia Giulia Film Commission e MIBACT-Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, è un murder thriller in 8 episodi per 4 prime serate, creato da Jean Ludwigg e Leonardo Valenti.
Diretta da Pier Belloni, la serie vanta nel cast, oltre ai due protagonisti, anche Camilla Filippi, Fausto Maria Sciarappa, Barbara Chichiarelli, Stefano Pesce, Alessandro Cremona e Guido Corso.
Nella seconda stagione de “Il Silenzio dell’acqua”, girata nella provincia di Trieste alla fine del 2019, Luisa Ferrari (Ambra Angiolini) e Andrea Baldini (Giorgio Pasotti) si ritrovano per risolvere il caso legato ad un efferato duplice omicidio. Ogni personaggio coinvolto nel giallo potrebbe avere un movente, ognuno potrebbe essere il colpevole. Starà alla coppia di investigatori risolvere un enigma sempre più complesso e dagli sviluppi imprevedibili, capace di mettere in discussione la loro stessa vita privata e professionale.
SINOSSI
Castel Marciano, un anno dopo.
Luisa Ferrari (Ambra Angiolini) e Andrea Baldini (Giorgio Pasotti) tornano a far coppia per risolvere un nuovo caso.
Questa volta sono alle prese con l’omicidio di una giovane madre, Sara Liverani (Margherita Laterza), e del figlio adolescente, Luca (Pietro Belloni), ritrovati senza vita nella loro casa. La donna è stata uccisa a coltellate, il ragazzo con un colpo d’arma da fuoco. La figlia minore Giulia (Jessica Claudia Paun), una bambina di appena sei anni, viene trovata a vagare in stato di shock nel bosco vicino al paese.
I sospetti ricadono immediatamente su Rocco (Giulio Corso), l’ex marito di Sara, che con la separazione aveva perso la custodia dei figli. Nonostante suo padre Salvatore (Alessandro Cremona) gli fornisca un alibi, Andrea e Luisa vedono in lui il possibile colpevole con il movente più forte. I due poliziotti vengono anche a conoscenza che forse, ancor prima di separarsi, Rocco (Giulio Corso) tradiva la moglie con una facoltosa imprenditrice del luogo che potrebbe essere stata anche sua complice, se non addirittura l’assassina.
Andrea e Luisa affrontano importanti novità anche sul versante privato. Andrea si ritrova a fare i conti con l’inatteso ritorno dopo quasi diciotto anni di Elio Moras (Stefano Pesce), uomo dal misterioso passato, padre biologico di Matteo (Riccardo Maria Manera), figlio della sua compagna Roberta (Camilla Filippi). Elio sembra un uomo cortese e comprensivo in cerca di riscatto, ma il suo arrivo scombussola la vita di Andrea, fino al punto di mettere in crisi i rapporti interni alla sua famiglia.
Luisa, dal canto suo, prende molto a cuore la piccola Giulia, che nel frattempo è stata affidata alla zia Silvia (Barbara Chichiarelli) e a suo marito Umberto (Stefano Alessandroni). La bambina, che ricorda alla protagonista proprio la figlia che non ha mai potuto avere, potrebbe aver visto qualcosa durante la terribile notte dell’omicidio. Il legame tra le due porterà la bambina a scavare nei propri ricordi e farà emergere nuovi dettagli e una domanda: è stato davvero Rocco Liverani a uccidere la propria famiglia o qualcun altro che conosceva la vittima? Man mano che proseguono, le indagini rivelano che molti avrebbero potuto o avuto interesse ad eliminare Sara.
Ormai coinvolti in prima persona, Luisa e Andrea devono risolvere un enigma sempre più oscuro e intricato, nel quale chiunque potrebbe essere il colpevole. E, fatalmente, in questo percorso si trovano sempre più vicini…
NOTE DI REGIA
Castel Marciano, un anno dopo. Ambra e Giorgio sembra non abbiano mai dismesso i panni di Luisa Ferrari e Andrea Baldini che ormai risultano esseri viventi in un luogo che non esiste. Un paese astratto e volutamente idealizzato nell’estetica, allo scopo di evidenziare maggiormente la difettosità dell’animo umano che spesso non dipende dall’esterno ma è insita nella sua natura. Questo «altrove» è ricostruito nella meravigliosa provincia di Trieste, tra il mare e il Carso, una terra senza terra, in cui le viti lottano per la sopravvivenza con la pietra, così come le vite dei nostri personaggi cercano di farsi largo in una dura esistenza.
Luisa Ferrari e Andrea Baldini hanno continuato a frequentarsi e l’incontro casuale con una bambina li porterà ad affrontare un nuovo caso che li riunirà per indagare nel sommerso dell’animo umano.
Il silenzio dell’acqua si rivela ancora una volta un ossimoro perché, così come la coscienza, anche la natura prima o poi esplode, lasciandoci spesso impotenti e disarmati. L’acqua non è per nulla silente e si è fatta sentire durante le nostre riprese, avvenute alla fine del 2019, periodo di grandi alluvioni che hanno travolto il nord-est.
Le avversità climatiche però non ci hanno fermato e abbiamo approfittato del cambiamento stagionale del territorio. L’autunno ci ha invitato a seguire una nuova paletta cromatica su cui hanno lavorato in sinergia il reparto di fotografia, quello di scenografia e i costumi. Visivamente, ci siamo ispirati alle lastre di Gregory Crewdson, artista che ha la capacità di immortalare l’anima in uno scatto, fotografando i suoi personaggi in dimensioni sospese e senza tempo. Queste visioni si sono sposate perfettamente con la nostra storia creando dimensioni stimolanti in cui gli attori si sono calati generosamente regalandomi forti emozioni.
Musicalmente abbiamo proseguito il percorso intrapreso nella prima stagione arricchendolo di nuovi temi. Anche quest’anno, per la sigla, abbiamo pescato nel pop italiano, riadattando Dedicato a te de Le Vibrazioni, un brano che ci risultava, oltre che bello, anche tematico. La bambina protagonista si chiama Giulia e abbiamo immaginato che fin dalla nascita le venisse cantata questa canzone sotto forma di una ninna-nanna moderna.
Per lo stile di ripresa e il montaggio abbiamo cercato di mantenere il ritmo che merita il genere, senza rinunciare a momenti emotivi e di riflessione, con la curiosità di visitare nuovi mondi attraverso gli occhi dei nostri protagonisti.
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