E se Sanremo lo vincesse… Topo Gigio? Il Festival tra surreale e grottesco

Sanremo 2025 ci ha regalato tutto: grandi voci, polemiche infinite e, come sempre, momenti al limite del surreale. Ma nessuno poteva prevedere che, tra i duetti e le cover, la vera star della settimana sarebbe stato Topo Gigio.

Sì, proprio lui, il pupazzo più iconico della televisione italiana, spalla di Lucio Corsi in una versione onirica di “Nel blu dipinto di blu”. Un siparietto che inizialmente sembrava una trovata nostalgica e che invece ha scatenato una valanga di commenti e meme. “Ha più carisma di metà della lineup”, ha scritto qualcuno sui social. “Finalmente un artista che non canta in playback”, ha ironizzato qualcun altro.

Un Festival sempre più grottesco?

Tra influencer che diventano popstar, cantanti che si portano a casa giornalisti con mazzi di rose rosse e rapper in gara più interessati ai gossip che alla musica, il confine tra realtà e parodia si è assottigliato pericolosamente.

Se una volta a dominare il Festival erano i colossi della canzone italiana, oggi basta un pupazzo con un buon falsetto per rubare la scena. Il pubblico è sempre più diviso tra chi difende la “magia di Sanremo” e chi si chiede se non sia il momento di spegnere la TV e arrendersi al caos.

E se davvero Topo Gigio avesse vinto?

Ovviamente non può accadere. Ma la vera domanda è un’altra: quanto è davvero distante la vittoria di Topo Gigio da quella di certi vincitori recenti? Il Festival di oggi premia ancora la musica o è ormai solo un grande circo dove vince chi sa creare più rumore?

Forse la risposta la troveremo alla prossima edizione. O forse ce la darà Topo Gigio, con il suo ormai leggendario “ma cosa mi dici mai?”.

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Stefano Germano, laureato presso l'IULM, è un appassionato di TV e cultura moderna e new media è sempre alla ricerca delle storie più intriganti e delle tendenze culturali del momento.