Una lite in strada, le urla, poi gli schiaffi. È così che si è conclusa, lo scorso fine settimana a Breuil-Cervinia, una delle pagine più oscure nella vita di Daniel Nilsson, il modello svedese conosciuto dal pubblico italiano come il “Bonus” del programma Avanti un Altro. Ma questa volta niente gag, niente sorrisi a favore di telecamera. Solo il suono secco di una denuncia non ancora formalizzata e le sbarre del carcere di Brissogne, in Valle d’Aosta.
L’arresto, scattato dopo l’intervento dei carabinieri allertati da un passante, ha fatto il giro del web. Nilsson – secondo quanto riportato dall’ANSA – avrebbe aggredito la sua compagna in pieno centro cittadino, durante una lite degenerata rapidamente in violenza. La donna, portata in caserma insieme a lui, ha mostrato i segni delle percosse sul volto, raccontando ai militari che quella non era la prima volta: “Era già successo altre volte”, ha dichiarato.
Il modello, invece, ha scelto la via del silenzio: non ha risposto alle domande degli inquirenti. Lunedì 1° luglio, l’arresto è stato convalidato, e ora Nilsson rimane in carcere in attesa della decisione sul possibile trasferimento ai domiciliari con braccialetto elettronico, come previsto dal “codice rosso”.
Nel frattempo, il programma che l’ha reso celebre tace. Nessuna dichiarazione da parte della produzione di Avanti un Altro, né da Mediaset. E sebbene le repliche del quiz show continuino a essere trasmesse su Canale 5, Nilsson non ne fa più parte da tempo.
I social, una volta affollati di selfie e clip di backstage, oggi sono fermi. E il volto del “Bonus” – fino a pochi giorni fa simbolo di leggerezza televisiva – è ora associato a tutt’altro. In attesa del processo, resta solo una domanda sospesa: quante volte ancora dovremo aspettare che la violenza venga creduta solo quando si rende visibile?