C’è chi trova rifugio nello yoga, chi nelle passeggiate solitarie e chi, negli anni ’50, scoprì la soluzione perfetta in un bicchiere color ambra. Rino Dondi Pinton, il visionario dietro il Cynar, di certo non si è lasciato consumare dallo stress: si è spento a 103 anni, lasciando in eredità uno dei liquori più iconici d’Italia e una pubblicità entrata nella leggenda.
Un distillato di genio e carciofo, il Cynar nacque da un’intuizione audace e da una ricetta segreta che, tra le mani di Dondi Pinton, divenne un elisir dal fascino senza tempo. Il primo banco di prova? I bar di Padova e Venezia, dove i prototipi furono sperimentati tra amici fidati e clienti affezionati. Il successo fu immediato, e in breve il Cynar conquistò le tavole italiane, diventando l’emblema di un’epoca che sapeva concedersi il lusso della lentezza.
Ma il vero colpo di genio arrivò con la pubblicità. Negli anni del boom economico, quando l’aperitivo si trasformava in un rito sociale, Ernesto Calindri, con la sua impassibile eleganza, sorseggiava il liquore seduto tra le auto in corsa. Il messaggio era chiaro: nel caos della modernità, il Cynar era un’ancora di salvezza. «Contro il logorio della vita moderna», recitava lo slogan. E il mito era nato.
Oggi, mentre il mondo si muove sempre più veloce, l’eredità di Dondi Pinton resta immutata: un bicchiere di Cynar, un attimo di respiro e il gusto impareggiabile di un’idea che ha saputo sfidare il tempo.