“Skibidi Boppy”. Non è una formula magica, ma l’incantesimo digitale che sta stregando l’intero web. E se ti è capitato di vedere un anziano signore danzare in tutina glitterata o una nonna salire su uno skateboard mentre canta con voce robotica, tranquillo: non stai impazzendo. È solo l’effetto Skibidi Boppy. Ed è (quasi) tutto generato da intelligenza artificiale.
Il nonsense diventato algoritmo
I video virali che stanno spopolando su TikTok, Instagram e YouTube Shorts sembrano una coreografia collettiva dell’assurdo: animazioni disturbanti, facce deformate, voci metalliche e un loop sonoro che ti entra in testa senza chiedere permesso. Ma a rendere il tutto ancora più surreale è la comparsa di vecchietti digitali che si comportano come popstar o stuntman da videogioco.
Chi c’è dietro? Un canale e una batteria di intelligenze artificiali
Il creatore di questo universo impazzito è il canale YouTube DaFuq!?Boom!, già noto per la serie “Skibidi Toilet”, in cui teste umane spuntano da water e lottano contro cameraman antropomorfi. Ma ora l’universo si è ampliato: volti anziani, improbabili nonnini ballerini, pensionati digitali che fanno breakdance o guidano auto volanti. Tutto è animato con tool di AI come RunwayML, Move.ai e Synthesia.
Un’estetica oltre l’assurdo
Il risultato è una estetica post-meme: inquietante, ironica, irresistibile. I nonni generati con AI diventano icone pop, protagonisti di clip che sfidano ogni logica narrativa. Si muovono a tempo, sorridono, si trasformano in DJ, astronauti o drag queen. E lo fanno con quella lentezza tipica dell’età… accelerata da un algoritmo impazzito.
Perché funziona? Perché non te lo aspetti
È proprio l’assurdità che conquista: vedere un anziano in canottiera che urla “Skibidi boppy” da un jetpack è qualcosa che il cervello non sa processare — e quindi memorizza. L’effetto è comico, virale, potentissimo. È lo humour dell’assurdo che incontra l’iperrealismo dell’AI.
Un’epoca in cui a ballare sono anche i nonni. Virtuali
“Skibidi Boppy” non è solo un meme. È uno specchio della nostra realtà digitale, dove persino i più anziani diventano protagonisti — anche se finti, sintetici, inventati da una rete neurale. E forse, proprio questo cortocircuito generazionale è parte del segreto del suo successo.
Nota polemica. Sì, ridiamo. Ma dietro le risate pilotate da un algoritmo, dietro ai nonni volanti e ai “Skibidi boppy”, rimane un dubbio: è questo il nuovo intrattenimento? Un flusso di contenuti sempre più assurdi, istantanei, trash, prodotti in serie da intelligenze artificiali che sanno solo come attirare il nostro tempo — ma non cosa farne davvero. Forse è il momento di chiederci se stiamo ancora scegliendo cosa guardare o se è l’intrattenimento demenziale a scegliere noi. Non è giunto forse il momento di pretendere una certa qualità anche dell’intrattenimento digitale?




