Che fine ha fatto Madame? Se lo stanno chiedendo in tanti, complici mesi di silenzio discografico, nessun singolo in classifica, nessun featuring a sorpresa. Lei, che ci aveva abituati a versi taglienti, flussi di coscienza e provocazioni, è improvvisamente sparita dal radar musicale. Ma non dal radar emotivo.
Così, quando su Instagram qualcuno glielo chiede esplicitamente, la risposta arriva. E non è un comunicato stampa. È uno sfogo. Crudo, potente, visceralmente suo:
«Non sopporto chi prende la musica come una macchina da soldi,
chi lavora 24/7 anche a cose non ispirate e vuote di contenuto per piazzare o grattare da tutti.
Lasciate in pace l’espressione artistica.
Fatela respirare. Basta intasarla di m**da,
non è un ces*o.
Preferisco essere dimenticata perché non pubblico,
piuttosto che essere dimenticata perché sono scarsa».
Ecco, Madame non si è “persa”. Si è fermata, e forse oggi è l’atto più sovversivo possibile. In un’industria che corre e produce senza sosta, dove il silenzio fa più paura dell’insuccesso, lei decide di sottrarsi. Di non pubblicare “tanto per”. Di aspettare che l’ispirazione torni a bussare — non le views.
Il web, naturalmente, si divide: c’è chi applaude la sua lucidità, chi parla di “snobismo da artista” e chi invece intravede, dietro quelle parole, una critica feroce al sistema musicale e alla sua fame perenne di contenuti usa e getta.
Nel frattempo, Madame resta lì. A margine. In bilico tra il bisogno di sparire e il diritto di tornare solo quando ha qualcosa da dire. E in un mondo che grida sempre, il suo silenzio sembra avere un volume assordante.