Ci sono attori che interpretano un Paese. E poi c’è Carlo Verdone, che lo abbraccia, lo ascolta, lo consola. Che lo racconta senza filtri, né giudizi. E che, ogni tanto, ci accompagna in quei luoghi dove l’Italia sembra ritrovare sé stessa. Non per un film, ma per la vita vera.
È successo a Rieti, una notte qualsiasi, in una piazza che molti non saprebbero indicare su una mappa, eppure ha un significato simbolico potentissimo. Piazza San Rufo, cuore del centro storico reatino, ospita un disco di marmo soprannominato dai locali con affetto “la caciotta”. Ma quello che per i turisti è solo un curioso monumento, per la geografia italiana ha un valore molto più profondo: è considerato il centro esatto dell’Italia. Il punto in cui si incontrano tutte le coordinate, l’ombelico fisico del nostro Paese.
E Verdone, con la sua inconfondibile eleganza sobria, ha scelto proprio quel luogo per una foto diventata subito virale. Niente scenografie, niente filtri. Solo lui, seduto sulla pietra, con le mani incrociate, lo sguardo che sorride. “Mi sono fatto scattare questa foto su un monumento marmoreo denominato la caciotta”, scrive. “Cosa ha di particolare? Che questo punto esatto dove sono seduto è il centro preciso dell’Italia.”
Una frase asciutta, come sa fare lui. Ma che, letta tra le righe, suona come una dichiarazione d’amore a un Paese fragile, sbilanciato, eppure ancora capace di sorprendere con la sua armonia geometrica. Un’Italia che ha bisogno di ritrovare il proprio centro. Geografico, emotivo, culturale.
Una foto, una mappa sentimentale
A rendere tutto più potente è il contesto: una piazza silenziosa, una sera d’inizio estate, la pietra liscia che racconta secoli di storia, e quell’attore che – da decenni – ci insegna a ridere delle nostre debolezze senza mai smettere di amarle. Il post, pubblicato sul suo profilo Instagram, ha raccolto migliaia di like e commenti, tra cui quello affettuoso di Laura Pausini, una delle prime a reagire.
Ma non è solo una questione di numeri. È il gesto a colpire. In un’epoca in cui le star sembrano spesso sospese sopra le cose, Carlo Verdone è ancora lì, con i piedi per terra. Letteralmente. Seduto su una pietra che nessuno nota più, in una città che non è nei circuiti glamour ma che custodisce qualcosa di fondamentale: la misura dell’Italia reale.
Il centro conteso, il cuore condiviso
Nel suo post, Verdone cita anche Foligno, che da sempre rivendica il titolo di centro geografico d’Italia. “Lascio ad altri la sentenza”, scrive con ironia. Come a dire: poco importa dove sia il punto esatto. L’importante è ricordare che un centro, dentro o fuori, esiste. E che a volte bisogna fermarsi per sentirlo.
Ed è forse proprio questa la lezione più sottile: in un tempo in cui tutto spinge verso l’eccesso, verso la periferia del senso, fermarsi al centro – anche solo per una foto – può essere un atto rivoluzionario.
Un abbraccio a tutti e buon weekend.
Così si chiude il post. Ma in quelle parole, come sempre accade con Verdone, c’è molto di più di un saluto.
C’è l’invito – gentile, mai urlato – a ricordarci che l’Italia vera non sta nelle grandi folle, ma nei suoi piccoli silenzi.
E che ritrovare il centro, a volte, significa solo sedersi un attimo. Guardare il mondo. E respirare.