Brad Pitt torna a correre e a bruciare l’asfalto: “F1 – Il Film” è la pellicola ad alto numero di ottani che ci riporta in sala

Un cowboy senza cavallo, ma con una monoposto tra le mani. Niente praterie, niente saloon. Solo asfalto rovente, marmitte che scoppiano e motori che urlano. Se cercate un western moderno, dovete solo guardare “F1 – Il Film”, da oggi nelle sale italiane. E a impugnare le redini – anzi, il volante – è Brad Pitt, che veste i panni (consumati e ruvidi) di Sonny Hayes, ex leggenda della Formula 1 e uomo in fuga da se stesso.

Alla regia c’è Joseph Kosinski, lo stesso che ha trasformato “Top Gun: Maverick” in un culto del nuovo millennio. Ma qui non ci sono jet che sfidano la gravità: ci sono curve strette, rettilinei mozzafiato e un rombo continuo che sa di pericolo e redenzione.


La trama: ritorno in pista

Sonny Hayes è un uomo che ha lasciato la velocità nel retrovisore dopo un incidente che gli ha cambiato la vita. È un pilota nomade, disilluso, che ha smesso di cercare la gloria ma non ha mai smesso di sognare la pista. Finché un vecchio amico – Ruben Cervantes, interpretato da Javier Bardem – lo convince a tornare. Non per vincere, ma per fare da mentore a un giovane talento, Joshua Pearce (Damson Idris), e salvare una scuderia che affonda.

Ma come in ogni grande racconto sportivo, non è il traguardo a contare. È la corsa. È il confronto generazionale, è l’attrito tra esperienza e ambizione, è l’eterna voglia di rimettersi in gioco anche quando nessuno te lo chiede più.


L’azione è tutto

“F1 – Il Film” non rivoluziona il genere sul piano narrativo. La storia è chiara, lineare, quasi scolpita su pietra. Ma è il “come” che fa la differenza. Kosinski dirige con precisione chirurgica, cesella ogni inquadratura, scolpisce l’adrenalina con la stessa cura con cui si monta un propulsore da Formula 1. Le scene d’azione sono reali, fisiche, senza green screen né trucchetti da videogioco. Il montaggio è pulito, leggibile, esaltante. Il rombo delle auto non è solo rumore: è musica.

E mentre la trama corre insieme ai motori, non come pausa tra un duello e l’altro ma come parte integrante della corsa, il pubblico si ritrova catapultato dentro l’abitacolo, tra sudore, paura e coraggio.


Brad Pitt, l’uomo che non vuole vincere ma volare

Sonny Hayes non è un eroe hollywoodiano, ma un uomo a pezzi, segnato, ironico, solitario. Brad Pitt ne fa una maschera epica: sgualcita, affascinante, disillusa. Sonny non cerca coppe o selfie: cerca il limite. Corre come un moderno Icaro, consapevole che prima o poi si brucerà, ma disposto a farlo comunque. Solo che le sue ali non sono di cera: sono fatte di pneumatici, carbonio e cuore.

E mentre accanto a lui scorrono volti intensi come Kerry Condon e Shea Whigham, a vegliare dietro le quinte c’è Lewis Hamilton, che firma la produzione con l’occhio clinico di chi quelle curve le ha affrontate davvero.


Cinema e velocità, un’accoppiata da brivido

In un’epoca dominata dallo streaming e dalla visione pigra, questo film è un manifesto per il ritorno alla sala. Il rombo dei motori, la luce che scivola sulla carrozzeria, la tensione che si taglia con un battito di ciglia: tutto questo chiede uno schermo grande, un suono avvolgente, un pubblico trattenuto in apnea.

Perché se è vero che la trama non riscrive la storia del cinema, è anche vero che Kosinski riscrive il modo di filmare la velocità. E lo fa con una raffinatezza tecnica e visiva che lascia senza fiato.


Il verdetto finale

“F1 – Il Film” è un’esperienza sensoriale, più che un semplice racconto sportivo. È un mix perfetto di testosterone e malinconia, sudore e filosofia, motori e poesia. È il film che vi farà salire su un bolide anche restando seduti. Ed è, senza dubbio, il blockbuster dell’estate.

Quindi sì, mettetevi il casco (metaforico), e correte al cinema. Perché certe storie vanno vissute in prima fila, con il cuore che batte forte e la voglia di sfidare il destino. Anche solo per due ore. Anche solo sul grande schermo.

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Appassionato di tecnologia ed insegnante di matematica. Crede che la vita sia un'equazione binaria. Si occupa di sostenibilità ed immagina un futuro ad emissioni zero.