Baby gang, risse, nunchaku e Moncler rubati: la vita vera di Tony Effe tra botte, fama e verità scomode. Ora diventa papà – e svela tutto in un libro esplosivo

«Mi chiamo Nicolò, ma tutti mi conoscono come Tony». È da questa doppia identità che parte Non volevo ma lo sono, l’autobiografia di Tony Effe (Mondadori Electa). Dentro c’è tutto: pestaggi, carcasse di motorini, icone del calcio, dissing, trap, baby gang. E poi Fedez, Ferragni, De Lellis e una nuova versione di sé che lascia tutti a bocca aperta: sta per diventare padre.

«A Natale ho provato a “recuperare” un Moncler bianco perché l’avevo visto indosso a Totti. Ho finito per passare la notte al commissariato». Non è un romanzo, è la sua vita vera: risse fuori dal Piper, nunchaku nello zaino, cinque anni di condizionale, lavori socialmente utili.

Eppure, il momento più teso arriva fuori dalla strada, tra le pieghe del jet set. «Fedez mi ha chiesto di fare un pezzo insieme, ma io avevo già il mio singolo estivo con Gaia. Gli ho detto no». Un rifiuto diventato miccia, che secondo Tony ha fatto scoppiare la faida social che tutti conoscono. Poco dopo, arriva anche l’invito a cena di Chiara Ferragni: «Parlavamo tranquillamente, ma con i paparazzi addosso è diventato uno scoop. Chissà chi ha fatto girare quella voce…».

Oggi Tony Effe è un uomo nuovo, ma non dimentica nulla. Né i colpi presi né quelli dati. E li mette tutti in fila, in un libro che è come la sua musica: diretto, brutale, vero. Ora ha in testa solo una cosa: la nascita di sua figlia, Priscilla.

E se non volevate ascoltarlo prima, ora non potete ignorarlo.

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