Un’anima rock e uno spirito fiabesco, un’estetica glam e un cuore da poeta. Lucio Corsi è il cantautore che ha saputo trasformare la musica in un universo visionario, capace di mescolare il folk e la psichedelia, la teatralità e la nostalgia. Ma oltre ai brani che lo hanno reso celebre, c’è un sottobosco di canzoni meno note che meritano di essere riscoperte.
“Le api” – Il folk visionario
Una ballata gentile, avvolgente, dove le parole si trasformano in immagini sospese tra sogno e realtà. “Le api” è una carezza musicale, un piccolo poema naturale che racchiude tutta la poetica del primo Lucio Corsi: leggera, ma mai banale.
“Canzone per me” – L’intimismo nascosto
Tra le pieghe della sua discografia si nasconde questo gioiello: una melodia malinconica, quasi sussurrata, che svela il lato più raccolto e riflessivo del cantautore. “Canzone per me” è un viaggio dentro l’anima, un brano che incanta nella sua apparente semplicità.
“La ragazza trasparente” – Psichedelia e mistero
Un’atmosfera sospesa, un viaggio onirico tra echi lontani e sonorità rarefatte. “La ragazza trasparente” è un brano ipnotico, che conferma la capacità di Lucio Corsi di sperimentare senza perdere mai il suo tocco inconfondibile.
“Cimitero d’amore” – Il romanticismo gotico
Un titolo che sembra uscito da un libro di Edgar Allan Poe, un brano che danza tra malinconia e incanto. “Cimitero d’amore” è la prova che Corsi sa evocare mondi paralleli con poche, sapienti pennellate musicali.
Lucio Corsi non è solo un duro dal look inconfondibile. È un narratore visionario, un moderno menestrello che gioca con la musica come un pittore gioca con i colori. E tra le sue canzoni meno conosciute si nascondono piccoli capolavori, pronti per essere riscoperti.