Addio ad Alvaro Vitali: l’Italia dice addio al suo Pierino, tra risate facili e malinconie nascoste

Di lui si ricordano le risate. Quelle sguaiate, senza filtri, incastonate in una comicità che oggi farebbe discutere e che ieri faceva incassi record. Alvaro Vitali, scomparso all’età di 75 anni, è stato il volto di un’Italia che rideva della scuola, del sesso, dell’autorità e soprattutto di se stessa. Un’Italia che si rifletteva nei film di “Pierino”, nel suo sguardo furbo, nei calzoni corti di uno studente eterno, nei doppi sensi che riempivano le sale e svuotavano la critica.

Vitali era il clown grottesco di un cinema popolare, a volte povero, spesso becero, sempre onesto nel suo volersi far capire da tutti. Attore e maschera, comico e prigioniero di un personaggio che non gli ha mai permesso davvero di uscire di scena. Perché per tutti noi, anche a sessant’anni, era ancora Pierino. Una condanna e una benedizione.

Aveva iniziato con Fellini – sì, proprio lui – che lo scelse per “Satyricon” e lo riportò in “Amarcord”, forse vedendo in quel volto minuto qualcosa di surreale e profondamente italiano. Ma il destino di Vitali non era la nostalgia felliniana. Era il bagno delle elementari, le barzellette sussurrate dietro la lavagna, il bidello complice e la supplente prosperosa.

Gli anni ’80 lo hanno consacrato come simbolo di una comicità che oggi definiremmo “imbarazzante”, ma che allora era ovunque. In prima serata, nei cinema parrocchiali, persino nei mercatini delle VHS. Era l’Italia del Drive In, del cinepanettone ante litteram, dei filmetti con Gloria Guida e Edwige Fenech, dove tutto era un ammiccare e nessuno si scandalizzava troppo.

Con il nuovo millennio è iniziato il suo lento declino, tra apparizioni televisive, reality e interviste dove raccontava, con una malinconia mai esplicitata, quanto fosse difficile vivere da ex comico senza mai esser stato preso sul serio.

Oggi, mentre la notizia della sua scomparsa rimbalza tra nostalgia social e meme vintage, resta il ritratto di un uomo che ha fatto ridere milioni di italiani senza mai riuscire davvero a farli riflettere su di sé. Ma forse non era suo compito. Forse, dopotutto, Vitali è stato l’ultimo giullare di una Repubblica che rideva per non piangere.

E ora che Pierino ha davvero lasciato l’aula, ci resta il silenzio dopo la risata. Forse più amaro del previsto.

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Stefano Germano, laureato presso l'IULM, è un appassionato di TV e cultura moderna e new media è sempre alla ricerca delle storie più intriganti e delle tendenze culturali del momento.